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Questa terra è la mia terra

Il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, col progetto “This land is your land” ci offre interessanti spunti per riflettere sul rapporto tra l'essere umano e "la terra" sulla quale si viene a trovare.

di Arturo Ghinelli16 marzo 20124 minuti di lettura
Questa terra è la mia terra | Giunti Scuola

“Questa terra è la tua terra, questa terra è la mia terra.
Dalla California all’isola di New York
Dalle foreste di sequoie fino alle acque della Florida.
Questa terra è stata creata per te e per me.”

“Questa terra è la tua terra” è il titolo di una famosa ballata composta dal cantautore americano Woody Guthrie nel 1940. “This land is your land” ha assunto nel tempo un significato quasi paradigmatico di manifesto musicale di tolleranza e di solidarietà sociale. In diversi momenti, e in diverse epoche, vengono aggiunte nuove strofe o modificate quelle esistenti e la ballata diventa così una sorta di canzone infinita , un contenitore flessibile, pronto ad accogliere le molteplici voci di un coro interminabile.

Per questo ha ispirato il titolo di un progetto interculturale del Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena il cui risultato è l’agenda 2012 e la mostra che l’accompagna sul tema specifico: La terra . Il progetto di quest’anno, come già quello del 2010, che produsse la prima agenda interculturale “Chose the Piece” , ha coinvolto nuovi modenesi, referenti presso la Casa delle Culture di undici diversi paesi del mondo: Argentina , Congo , Albania , Ghana , Marocco , Colombo , Nigeria , Romania , Iran , Turchia e Ucraina .
Prendendo come spunto di riflessione gli oggetti che il museo conserva ed espone, dagli strumenti agricoli usati nell’antichità fino alle testimonianze della vita rurale di questo secolo, sono emerse esperienze e ricordi personali riconducibili alle diverse realtà di cui ciascuno dei partecipanti custodisce la memoria: la terra che separa , la terra che rafforza i legami o che li fa nascere, la terra come pagina sulla quale si sono sovrapposte infinite storie , la storia del duro lavoro, la terra che accoglie .

Per questo riporto alcune citazioni e informazioni contenute nell’agenda che potranno tornare utili nell’attività in classe.

“La Carta Mondiale dei Migranti , adottata il 4 febbraio 2011, ridefinisce i diritti dei migranti, difendendo la libera circolazione delle persone, la soppressione dei visti e delle frontiere, l’uguaglianza dei diritti per coloro che vivono in uno stesso spazio geografico, l’esercizio di una piena cittadinanza fondata sulla residenza e non sulla nazionalità. Dal 2006 hanno aderito al progetto della Carta associazioni di migranti da tutto il mondo costituendosi in diversi coordinamenti: europeo, africano, asiatico e latino-americano. La Carta è stata redatta in un luogo carico di significato simbolico: l’ isola di Gorèe , presso Dakar (Senegal), da cui partivano le navi di schiavi verso le Americhe”.

Tre citazioni dalla Carta Mondiale dei Migranti:

“Tutti, uomini e donne, hanno diritto alla terra. La terra deve essere condivisa tra quanti ci vivono e ci lavorano. Restrizioni all’uso e alla proprietà della terra, imposte per motivi di ordine etnico, di nazionalità o di genere devono essere abolite, a vantaggio di una relazione responsabile fra gli esseri umani e la terra ".

"Poiché appartiene alla Terra, qualsiasi persona ha il diritto di scegliere il luogo della sua residenza, di restare laddove vive o di andare ad installarsi liberamente e senza costrizioni in qualsiasi parte di questa Terra".

" Migrante è colui che ha conosciuto uno spostamento volontario o forzato e di conseguenza un cambiamento; colui che ha l’identità sospesa tra due luoghi: un territorio d’origine e un territorio di accoglienza”.

Noi abbiamo la fortuna di avere in classe ragazzi provenienti da altre terre e, magari facendo venire a scuola i genitori a presentare le loro testimonianze dirette , potremo approfondire “This land is you land” per capire che questa terra non è né mia né tua… questa terra è di tutti .

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