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I "compiti" dei genitori

di Arturo Ghinelli26 aprile 20121 minuto di lettura

Al rendimento scolastico dei nostri figli, siamo soliti dare una importanza che è del tutto
infondata… E ogni giorno gli correggiamo i compiti, anzi ci sediamo accanto a loro quando fanno i compiti, studiamo con loro le lezioni. In verità la scuola dovrebbe essere fin dal principio, per un ragazzo, la prima battaglia da affrontare da solo, senza di noi; fin dal principio dovrebbe essere chiaro che quello è un suo campo di battaglia, dove noi non possiamo dargli che un soccorso del tutto occasionale e irrisorio. E se là subisce ingiustizie o viene incompreso, è necessario lasciargli intendere che non c’è nulla di strano, perché nella vita dobbiamo aspettarci d’essere continuamente incompresi e misconosciuti, e di essere vittime d’ingiustizia: e la sola cosa che importa è non commettere ingiustizia noi stessi.

N. Ginzburg, Le piccole virtù, Einaudi, Torino.

 

Più scuola ma anche più responsabilità diretta dei ragazzi certo. I compiti sono dei figli e non dei genitori, che non sono all’altezza del compito. Tanto che fin dalle elementari vanno dalla maestra a raccontare una bugia per nascondere il fatto che gli è mancato il coraggio di far fare il compito ai figli o la voglia di fare il compito al posto dei figli.

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