Perch&eacute; non partire dalla pace e dall&rsquo;importanza del suo valore? Questa &egrave; la domanda che mi pongo tutte le volte che penso sia necessario affrontare il tema della guerra. E allora, parallelamente alle discussioni sul conflitto, incoraggio i bambini ad andare oltre e a individuare quanto sia utile pensare a superare le brutture del nostro mondo.

In queste ultime settimane la proposta di riflessione &egrave; partita da un brainstorming sulla parola &ldquo;pace&rdquo;, seguita dalla ricerca di uno slogan comune. Una volta individuata la formula &ndash; &ldquo;Vogliamo la pace&rdquo; &ndash;, la richiesta condivisa &egrave; stata quella di formulare altri slogan, questa volta personali, da scrivere e illustrare poi con un cartellone murale da mettere in bella mostra sulla porta della scuola in modo da sensibilizzare e far riflettere anche i genitori.

L&rsquo;attivit&agrave; iniziale di brainstorming &egrave; stata stimolata dalla lettura della poesia di Gianni Rodari Il cielo &egrave; di tutti, la ricerca degli slogan dalla visione de I<a href="http://www.angelamaltoni.com/w-la-pace/" target="_blank">l grande libro della Pace</a> di Todd Parr per Il Battello a Vapore. Adatto anche ai pi&ugrave; piccoli, quest&rsquo;ultimo propone una serie di situazioni in cui i protagonisti si sentono appagati e sereni. Insomma &ldquo;sono in pace&rdquo;. I bambini, ormai in quarta e avendo gi&agrave; affrontato molte volte questo argomento, si sono dimostrati molto maturi nel focalizzare l&rsquo;attenzione non su s&eacute; stessi ma sul conflitto attuale e nel trovare nuove definizioni estremamente interessanti.

Tra queste mi piace ricordare: 
&nbsp;

Mi sono chiesta spesso se la scuola debba affrontare tematiche complicate e delicate come la guerra, la migrazione, la persecuzione. La risposta, quasi istintiva, &egrave; sempre stata positiva. Perch&eacute; i bambini non sono isolati dal mondo che li circonda e nelle loro teste le notizie ascoltate dai telegiornali, lette sui titoli dei quotidiani o i discorsi preoccupati dei genitori si amplificano e necessitano di risposte.&nbsp;

INSIEME PER LA PACE

Giunti Scuola propone una raccolta di&nbsp;percorsi didattici, approfondimenti, laboratori e letture sulla pace:

Insieme per la pace

<a href="https://www.giuntiscuola.it/insieme-per-la-pace" target="_blank">https://www.giuntiscuola.it/insieme-per-la-pace</a>

&ldquo;La guerra dorme, non bisogna svegliarla&rdquo;

Partire dalla pace

Successivamente sono ricorsa a una serie di stimoli derivanti dalla lettura di libri. Il primo proposto, adatto a tutte le classi della scuola primaria, &egrave; stato La guerra delle campane di Gianni Rodari, nella versione di grande formato edita da Emme Edizioni. A seguire ho utilizzato I conquistatori di David McKeen, edito da Il Castoro, che pur parlando di guerra lancia un grande messaggio di pace. Un altro libro interessante che in passato ho utilizzato in quinta &ndash; un bellissimo albo che serba anch&rsquo;esso un forte messaggio positivo &ndash; &egrave; Il nemico. Una favola contro la guerra di Davide Cal&igrave;, illustrato da Serge Bloch per Terre di Mezzo Edizioni. Attraverso la semplicit&agrave; e l&rsquo;immediatezza del testo e delle illustrazioni, &egrave; il racconto di un soldato e del suo nemico che pensa essere cattivissimo ma che in realt&agrave;, alla fine, non &egrave; poi cos&igrave; diverso da lui.

 
Per parlare di guerra in maniera delicata ai bambini pi&ugrave; piccoli, interessanti sono le letture di alcuni albi illustrati. Tra i molti che affrontano questa tematica mi piace segnalare <a href="http://www.angelamaltoni.com/six-crows-la-guerra-dei-corvi/" target="_blank">I sei corvi di Leo Lionni per Babalibri</a>, Il litigio di Boujon Claude per Babalibri e Flon-Flon e Musetta di Elzbieta per AER Edizioni.&nbsp; Quest&rsquo;ultimo lancia un bellissimo messaggio, su cui tutti faremmo bene a riflettere: &ldquo;La guerra si addormenta di tanto in tanto. E quando dorme, bisogna fare attenzione a non svegliarla&rdquo;.

<blockquote>
&ldquo;Stare in pace significa impegnarsi perch&eacute; nel mondo non ci siano guerre&rdquo;

&quot;Pace significa abbandonare le armi e cercare un dialogo&rdquo;

&ldquo;Cerchiamo soluzioni per vivere tutti in pace&rdquo;.
</blockquote>

Se chiediamo a un bambino, anche molto piccolo, se sa cos&rsquo;&egrave; la guerra, molto spesso la risposta &egrave; affermativa perch&eacute; il suo modello deriva quasi sempre dall&rsquo;uso precoce dei videogiochi. Si tratta di una visione distorta del fenomeno, determinata dai messaggi fuorvianti che genera: anche se i soldati impegnati in brutali combattimenti muoiono, magicamente ritornano in vita a seconda del punteggio accumulato. La realt&agrave;, purtroppo, &egrave; ben diversa ed &egrave; quindi compito anche della scuola far riflettere i bambini sulla differenza tra reale e immaginario.

Parto sempre col chiedere, in un brainstorming, cosa legano alla parola &ldquo;guerra&rdquo;. Con i miei alunni di quarta &ndash; che ancor prima di iniziare l&rsquo;attivit&agrave; hanno chiesto di scrivere sul cartellone &ldquo;No alla guerra&rdquo; &ndash; mi sono accorta di quanta riflessione ci sia stata nella scelta delle parole giuste perch&eacute;, a differenza di altre volte, sono affiorate lentamente. Tra tutte campeggia la parola &ldquo;paura&rdquo;, e da l&igrave; &egrave; partita la discussione. Certamente non &egrave; sempre facile scendere nei particolari, tuttavia di fronte a precise richieste &egrave; necessario strutturare risposte chiare ed esaurienti. A differenza di altre situazioni di conflitto, il fatto che i popoli impegnati nella guerra siano in Europa o al suo confine contribuisce ad aumentare le loro preoccupazioni. E proprio per questo motivo una delle attivit&agrave; svolte &egrave; stata individuare sulle carte geografiche dell&rsquo;Europa e dell&rsquo;Asia le zone interessate per poi tracciarne brevemente e con estrema semplicit&agrave; la storia geopolitica.