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Dal parlato allo scritto

L’apprendimento della lingua scritta per gli alunni non italiofoni è particolarmente difficile. Riflettiamo su come facilitare il loro percorso.

di Cristina Peccianti19 marzo 20128 minuti di lettura
Dal parlato allo scritto | Giunti Scuola

Il difficile approccio con la lingua scritta

L’apprendimento della lingua scritta è difficile anche per bambini e ragazzi italofoni, per tanti motivi: c’è una sintassi diversa e una maggiore densità e ricchezza lessicale con cui i ragazzi, specie i più piccoli, non hanno confidenza. Ed è ancora più difficile per gli alunni non italofoni, i quali qualche volta devono sommare le difficoltà di apprendere il codice scritto a quelle della scarsa padronanza dell’italiano, altre volte sono già alfabetizzati in una lingua che ha regole di scrittura differenti o sono alfabetizzati in alfabeti non latini.

L’approccio alla lingua scritta avviene attraverso due modalità diverse e richiede il formarsi di due competenze diverse : una ricettiva, la lettura, e una produttiva, la scrittura. Nella didattica corrente, lettura e scrittura vengono tenute tendenzialmente separate e forse non è giusto, specie quando tali abilità debbono essere sviluppate in L2, in cui è necessario coniugare lo specifico di ogni singola abilità con un generale sviluppo linguistico che ha ricadute positive sulle diverse forme dell’espressione, con una circolarità e dinamicità che danno forza al processo di apprendimento.

Imparare la scrittura ascoltando

Così, per introdurre gli alunni al mondo complesso della lingua scritta, per avvicinarli al testo e facilitarne la comprensione, è importante leggere per loro . La nostra voce può essere un potente facilitatore che permette di sciogliere i nodi del testo scritto, mettendo in evidenza i personaggi, le situazioni, le parole chiave e le relazioni che la scrittura realizza con modalità non sempre facilmente comprensibili, soprattutto da parte del lettore inesperto. Possiamo poi proporre il testo da leggere autonomamente , seguito da attività di comprensione e da attività che sviluppino le strategie di comprensione come, a seconda del livello, saper ricavare il significato delle parole dal contesto, riconoscere il valore dei segnali linguistici ecc.
Certo le nostre letture, soprattutto all’inizio, devono essere molto semplici, testi brevi che possono essere compresi senza eccessivo sforzo, in cui magari i legamenti sono costituiti da ripetizioni non parafrasate e sono presenti altri elementi di facilitazione linguistica e di organizzazione testuale.
Dal testo letto possiamo poi passare ad attività di scrittura , sempre molto graduali e guidate, sfruttando al meglio la correlazione positiva fra le due abilità che tuttavia non è automatica. Per questo, prima di richiedere l’elaborazione autonoma di testi scritti, proponiamo attività manipolative di testi letti, in modo da facilitare l’apprendimento di forme linguistiche trasferibili dalla competenza ricettiva a quella attiva. Le manipolazioni possono riguardare i puri aspetti linguistici (riscrivere un racconto cambiando i tempi verbali, passando dalla terza alla prima persona ecc.), oppure il contenuto (finali diversi, aggiunta di fatti o personaggi nuovi ecc.) e possono essere fatte anche partendo da testi molto brevi.

Imparare la scrittura parlando

Anche il brainstorming , una delle modalità più utilizzate per il coinvolgimento cognitivo ed emotivo degli alunni, può essere usato molto utilmente per l’apprendimento della lingua scritta . Esso consiste nel proporre un tema e sollecitare gli alunni a dire tutto quello che sanno o pensano su di esso.
Nel caso del testo da leggere possiamo ricorrere al brainstorming per le attività di prelettura, facendo fare, per esempio, ipotesi sui contenuti basandosi sul titolo. Sollecitiamo gli alunni a esprimere il loro pensiero, senza dare giudizi in merito e limitandoci a registrare ciò che ciascuno dice. Dopo la lettura del testo, invitiamo a controllare le ipotesi fatte e guidiamo una riflessione attiva sugli errori. Quello che gli alunni dicono del testo, ci sarà utile anche perché, come lettori esperti, rischiamo spesso di sottovalutare i problemi di comprensione che possono nascere dalle difficoltà linguistiche e dalla mancanza di conoscenze pregresse.

Un’altra tecnica di approccio alla lingua scritta che fa leva sul parlato è quella che prevede di dare ai ragazzi, divisi in piccoli gruppi, un testo con dei buchi da completare , chiedendo poi di leggere le soluzioni e di giustificarle attenendosi al testo. Li portiamo così sul terreno della riflessione metacognitiva, li induciamo a scoprire il testo, le regole che pone e da cui non possiamo sfuggire. In questo caso poi la riflessione e la discussione sui mancati accordi o sugli errori di ortografia, spostano direttamente il discorso sugli aspetti produttivi della lingua scritta, con una naturale e felice integrazione di abilità che si rinforzano a vicenda.

Ma andando più direttamente sull’apprendimento della scrittura intesa come produzione di testi, possiamo sfruttare la competenza già acquisita nella lingua orale, insegnando agli alunni a pensare a voce alta . Diamo loro un compito di scrittura e sollecitiamoli a esplicitare quali strategie adottano per risolverlo. Motiviamoli poi a tenere sempre conto delle procedure, dando loro l’incarico di dare buoni consigli sul “come fare” per eseguire una certo compito a compagni più piccoli o meno competenti.

Portando esempi concreti , possiamo proporre di scrivere delle frasi con due nomi e un verbo dati, oppure frasi da completare liberamente.
Produrre testi scritti non significa, infatti, dover scrivere una composizione di una pagina o due: per testo intendiamo una qualsiasi forma di comunicazione scritta, che può constare anche di poche parole, di una frase o due. E diamo agli alunni questo senso di testo, lavorando a fondo sulla struttura linguistica di base e sulla sua efficacia comunicativa, in modo che interiorizzino ciò che fa la differenza fra un insieme di parole e un testo.

Per saperne di più

  • C. Bereiter, M. Scardamalia, Psicologia della composizione scritta , La Nuova Italia, Firenze 1995.
  • C. Amoruso, In parole semplici: la riscrittura funzionale dei testi nella classe plurilingue , Palumbo, Palermo 2010.
Italiano L2

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