Contenuto riservato agli abbonati io+

Mediatori, atleti dell'incontro

Nel libro "Mediatori, atleti dell'incontro" Lorenzo Luatti ripercorre il cammino dei mediatori interculturali in Italia e delinea forme e confini di questa figura professionale. 

di Silvia Giotti23 aprile 20122 minuti di lettura
Mediatori, atleti dell'incontro | Giunti Scuola

Qual è stato il cammino dei mediatori interculturali in Italia? Quale contributo hanno apportato e potranno apportare in futuro? Quali sono le forme e i confini di una professione che esiste ormai da vent’anni, ma che stenta ancora a essere inquadrata e percepita in modo univoco sia dalle istituzioni sia dagli operatori stessi?

Lorenzo Luatti, nel libro Mediatori, atleti dell'incontro (Vannini editrice, Gussago 2011), cerca di rispondere a queste e altre non semplici domande, cercando di chiarire equivoci e superare contrapposizioni .
Le vecchie e nuove esigenze legate all’immigrazione (da una parte gli immigrati di recente arrivo e dall’altra la sempre più numerosa “seconda generazione”), rendono quella del mediatore interculturale una figura fondamentale per favorire sia la fase di primo inserimento sia quella del successivo continuo dialogo tra culture di partenza e di arrivo.

La mediazione interculturale è una pratica complessa e sfaccettata, attiva nei più svariati ambiti : scuole, biblioteche, sanità, amministrazioni, tribunali, periferie. Ecco quindi che si apre il capitolo formazione – accademica? sul campo? entrambe? – di questi operatori del sociale, ai quali sono richieste competenze trasversali e molteplici, che vanno dalla padronanza delle “lingue dell’incontro" alla conoscenza giuridica dei Paesi di provenienza degli immigrati a cui si rivolgono. Perché la traduzione linguistica non può e non deve essere separata dalla transcodificazione culturale .

Pur non essendo un esperto di intercultura, il mediatore è, come lo definisce Luatti, un vero e proprio “atleta” che fa da “ponte” tra le persone e le istituzioni , un “esperto di riconoscimento dell’altro come persona, della sua storia e dei sui diritti” che, con il suo intervento, “serve per” fare intercultura . E per gettare le basi dell’integrazione, quella vera, che passa soprattutto dallo sviluppo della “ partecipazione attiva ” da parte degli immigrati nella nuova società.

L. Luatti, Mediatori, atleti dell'incontro , Vannini editrice, Gussago (BS) 2011.

Dove trovi questo contenuto