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Carthusia compie 25 anni

Nell’ambito della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, la casa editrice Carthusia ha festeggiato il 25 anni di attività. Abbiamo incontrato il direttore editoriale Patrizia Zerbi per fare il punto sui titoli che più da vicino potrebbero interessare i nostri lettori.

di Redazione GiuntiScuola24 aprile 20128 minuti di lettura
Carthusia compie 25 anni | Giunti Scuola

1. La vostra casa editrice compie 25 anni. Tra le tante vostre proposte, ci interessano particolarmente le collane multiculturali. Quali titoli oggi ricorda come più importanti?

Certamente in questi 25 anni di percorsi e progetti editoriali diversi, la nostra collana bilingue “ Storiesconfinate ” rappresenta una parte fondamentale della storia di Carthusia . Quando 13 anni fa ho pensato e progettato questa collana sull’intercultura avevo un obiettivo: coinvolgere i giovani lettori, di età e culture diverse, in un percorso non solo conoscitivo ma anche fortemente emozionale . Questo approccio progettuale è diventato un elemento fondante che ha dato contenuto e forma particolare alle Storiesconfinate.

La scelta è diventata quella di raccontare i diversi Paesi del mondo attraverso la “fiaba” perché è una straordinaria espressione di una memoria orale collettiva, capace di esprimere emozioni, di mostrare la diversità e la somiglianza tra le culture . Il formato del libro non poteva essere quello tradizionale visto che volevamo raccontare la fiaba anche attraverso un percorso visivo per i “lettori di immagini” e di fasce di età molto diverse.

Nasce così la loro strana forma, quella di un libro che si apre e si srotola davanti al lettore con un’immagine illustrativa forte e coinvolgente e diventa, come dice Fochesato, “un libro strada o ancora meglio un libro ponte”. Un libro da leggere e da guardare dove testo e immagini permettono, ai piccoli e ai ragazzi più grandi, di scoprire anche attraverso la fisicità della grande illustrazione d’autore, analogie e differenze tra culture, civiltà, popoli.

Sono ormai 21 i titoli della collana curata da Graziella Favaro , fiabe che vengono da lontano, tutte però raccolte attraverso dei laboratori di narrazione, fatti con donne, adolescenti o bambini di paesi diversi, realizzati in Italia o nei Paesi di origine. Ogni titolo è quindi per Carthusia un vero e proprio “progetto” , non posso però non citare i primi due titoli pubblicati, L'isola dei sogni e Il cavallino e il fiume , due bellissime fiabe dalle Filippine e dalla Cina, illustrate da Simona Mulazzani e da Sophie Fatus, e gli ultimi tre titoli Piccoli topi e grandi elefanti dall’India, Il maiale, l’anatra e la faraona da Haiti e Il coraggio dei piccoli dal Kenya, illustrate da Svjetlan Junakovic, da Patrizia La Porta e dalla giovane Lisa Nanni.

2. Con il cambiamento del processo migratorio e il sempre maggior numero di figli di stranieri nati in Italia, come sono cambiate la vostre proposte per
l'intercultura?

Credo che l’idea di fondo, che ha caratterizzato fin dalla nascita la proposta editoriale della collana “Storiesconfinate”, la renda oggi come ieri ancora viva e attuale , proprio per questo abbiamo con molta determinazione proseguito questa nostra collana, ristampando tutti i titoli in catalogo e arricchendola ogni anno di novità, perché è per scelta l'unica nostra collana interamente dedicata al tema dell'intercultura.

Carthusia parte dall'idea che i bambini sono fondamentalmente “curiosi” e anche “accoglienti”, molto più degli adulti, desiderano capire e conoscere perché si pongono domande e vogliono risposte, hanno meno stereotipi e quindi per loro la “diversità” culturale ed etnica, quando non è condizionata da pressioni sociali escludenti, è vissuta istintivamente e reciprocamente come positiva normalità.

Il mondo degli adulti invece è molto complesso, spesso spaventato, poco disponibile ai cambiamenti. Credo quindi che, se vogliamo che le nuove generazioni siano in futuro pronte per vivere positivamente in un’Europa sempre più multiculturale e multietnica, dobbiamo dare loro strumenti nuovi di “conoscenza”, che li aiutino, anche da adulti, alla convivenza e al reciproco rispetto. La diversità culturale ed etnica è sinonimo di varietà quindi è una grande “ricchezza”.

Per questo abbiamo affrontato all'interno delle altre nostre collane il tema dell'intercultura in modo trasversale e allargato perché i libri illustrati parlano davvero un linguaggio universale e sono una straordinaria “apertura” attraverso cui gli adulti e i ragazzi, di luoghi e lingue diverse, trovano un “filo rosso” verso la conoscenza comune e quindi verso la vera condivisione.

Penso a titoli come Il Coraggio di essere IO e Il Coraggio di pensare a DIO di Domenico Barrilà e Emanuela Bussolati, che affrontano, con e per i bambini, il tema dell'identità e della della spiritualità come ricchezza e rispetto della diversità; penso ai titoli realizzati con Emergency: Se vede una scala, Ninetta curiosa... di Alfa Beta e Svjetlan Junakovic – una divertente filastrocca sull'alfabeto che parla ai più piccoli di condivisione contro l'esclusione – e Sotto lo stesso cielo di Roberto Piumini, Stefano Sandrelli, Marianna Fulvi – una struggente ballata, rivolta ai ragazzi più grandi, che racconta il viaggio notturno di un gruppo di migranti su un barcone, alla ricerca di un futuro migliore, ma anche delle stelle e dei pianeti che li guidano.
Un altro esempio è Bibo nel paese degli specchi di Beatrice Masini e Patrizia La Porta, una storia intensa che affronta un altro aspetto importante legato all'intercultura, quello delle famiglie allargate e mescolate nelle adozioni internazionali.

3. Che cosa farete "da grandi"? Quali sono i vostri progetti per i prossimi 25 anni?

Credo che continueremo questa avventura editoriale con la stessa passione e curiosità “da piccoli”, perché questo per noi vuol dire davvero non smettere mai di imparare e migliorare .
Tutti i giorni in Carthusia cerchiamo di ricordarci che “ grandi si nasce, piccoli si diventa ” perché questo significa che anche se cresci editorialmente, il tuo catalogo si amplia e si diversifica, non devi mai dimenticarti di rimetterti in gioco, di continuare ad ascoltare e incontrare i ragazzi, non smettere mai di guardare il mondo che ci circonda sempre con un po' di coraggio e senza rassicuranti stereotipi. Solo così potremo avere, anche negli anni futuri, ancora qualcosa da dire ai nostri giovani lettori.

Personalmente ho sempre avuto bisogno di avere, sia nella mia vita come nel lavoro, molti “sogni” e grandi “passioni”, il tutto mescolato da un po’ di sano “caos”, sono stati ingredienti per me indispensabili, che mi hanno permesso di affrontare e di intraprendere con Carthusia strade non sempre facili . Quindi ho ancora un cassetto “carthusino” spesso troppo affollato di “idee” e “progetti più o meno coraggiosi”.

Quello che però ho imparato in tanti anni di storia ed esperienza editoriale è di non avere mai troppa fretta perché le “idee” come i “sogni” devono prima sedimentare, per poterli interpretare e farli diventare concreti, e dopo trasformarli in nuove proposte editoriali o in nuove collane.
Quindi anche se non è mai facile fare un bilancio del proprio lavoro, credo che in questi 25 anni siamo cresciute , siamo diventate sempre più brave nel fare libri e per questo mi auguro che ciò che proporremo, progetteremo e pubblicheremo “domani”sarà ancora migliore.

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