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Raccontare l'immigrazione

Lorenzo Luatti, ricercatore dei processi migratori e delle relazioni interculturali presso il Centro di Documentazione Città di Arezzo e Oxfam Italia, ci parla di "L’immigrazione raccontata ai ragazzi": una mostra, un catalogo, un viaggio nell'editoria per bambini e per ragazzi degli ultimi vent'anni.

di Redazione GiuntiScuola01 marzo 201212 minuti di lettura
Raccontare l'immigrazione | Giunti Scuola

Nel mese di novembre, a Pistoia, presso la biblioteca di San Giorgio, è stata inaugurata la mostra L’immigrazione raccontata ai ragazzi. Vent’anni di proposte dell’editoria per l’infanzia . Si tratta di un viaggio nell’editoria per bambini e ragazzi negli ultimi dieci anni (1991-2011), con l’attenzione concentrata sui testi che hanno tentato di raccontare il processo migratorio ai più giovani, con diverse strategie discorsive (autobiografia, romanzi d’invenzione, testimonianze, albi illustrati, edizioni scolastiche, traduzioni) e sollevando alcuni temi di rilievo (il viaggio migratorio, l’integrazione scolastica, amicizie e amori, seconde generazioni).

Il curatore, Lorenzo Luatti, ha accompagnato la mostra con un catalogo assai ricco, di immagini, descrizioni di volumi, proposte per una lettura ragionata dei titoli e delle tendenze degli ultimi anni. Lo abbiamo intervistato per saperne di più.

Per quale motivo ha pensato di allestire questa mostra?

L’allestimento della Mostra è il frutto di un incontro molto fortunato tra enti e persone che da subito hanno colto il valore e la novità ella proposta. Da una parte, c’è la mia ricerca sulle “migrazioni nei libri per ragazzi” (anche quelle degli italiani, all’estero e interne Sud-Nord, non solo quelle contemporanee verso l’Italia), un lavoro di scavo tutt'ora in corso; dall’altra, c’è un rapporto già avviato su altri temi tra le associazioni con cui collaboro da anni (Oxfam Italia e Centro di Documentazione Città di Arezzo) e la Biblioteca San Giorgio di Pistoia e la Fondazione Un Raggio di Luce di Pistoia. Devo ringraziare soprattutto quest’ultima perché ha accolto con grande entusiasmo la mia proposta, sostenendola economicamente. Adesso la Mostra girerà per l’Italia.

In che modo ha scelto e poi diviso i titoli nel percorso espositivo e nel catalogo?

Avevo raccolto molto materiale, oltre 160 libri per ragazzi, usciti dal 1990 in avanti, che affrontano sotto diversi profili e sfaccettature le migrazioni odierne. A questi, usciti dalla penna di scrittori italiani , sono da aggiungere alcune decine di testi per ragazzi scritti da autori stranieri tradotti . Dunque, avevo un corpus letterario molto significativo, composto da tante voci e da una pluralità di tematiche poste al centro della narrazione: occorreva dargli una sistemazione, trovare dei criteri per renderlo più leggibile e fruibile.

Così ho articolato il catalogo intorno ad alcuni temi prevalenti ed emergenti, e su alcuni generi e filoni narrativi. Si tratta di una semplificazione funzionale, anche se un testo non affronta mai un solo aspetto o un solo argomento di una tematica, ma molti contemporaneamente. La collocazione di un libro in una sezione piuttosto che in un’altra discende da un criterio di prevalenza, e non è mai da prendere con rigidità.

La Mostra, ad esempio, ha un’articolazione “semplificata” rispetto al catalogo . Presenta solo 6 sezioni, una per ogni ambito tematico prevalente: il racconto autobiografico, i grandi temi ( Il viaggio migratorio ; Storie di integrazione scolastica ; In città ), i temi emergenti ( Incontri. Storie di amicizie e di amori ; Le nuove famiglie e le seconde generazioni ), generi e filoni narrativi ( Enigmi e misteri ; Storie favolose ), gli albi illustrati, le migrazioni "degli altri".

Come gli insegnanti potrebbero utilizzare il catalogo?

Innanzitutto, come una vera e propria guida , per orientarsi e inoltrarsi nel panorama assai ricco e diversificato delle scritture che toccano questi temi. Per costruire, a partire dagli ambiti tematici e dai libri segnalati, un possibile percorso di lettura.

Il catalogo offre molti strumenti per individuare i testi più adatti (più belli, più interessanti) da proporre ai propri ragazzi.

Vi sono poi libri che affrontano contemporaneamente, sempre in chiave letteraria, le migrazioni di oggi e quelle degli italiani , o testi che propongono una rilettura, aggiornata ai nostri giorni, di classici dell’emigrazione italiana.

C’è una miniera di chiavi di lettura e di proposte che un insegnante saprà cogliere e eventualmente inserire nell’attività didattica. In ogni sezione del catalogo vi sono poi rimandi ad altri testi, tematicamente affini, presenti nel catalogo medesimo e a “Libri per adulti adatti ai ragazzi”, cioè a libri di narrativa, reportage giornalistici, graphic novel che i ragazzi più grandi possono agevolmente fare propri e leggere con piacere e profitto. Infine, qua e là nelle pagine nel catalogo, vi sono alcuni frammenti dei racconti tratti dai libri segnalati. È un invito alla lettura.

Quali tendenze, evoluzioni, mutamenti di rotta le è sembrato di scorgere nelle scelte editoriali e nei titoli pubblicati in questi ultimi anni?

Emerge, negli ultimi anni, un nuovo modo di raccontare i processi di quotidiano mescolamento che si producono nella scuola, nel gruppo dei pari, nei condomini; una lettura forse più aderente allo sviluppo dei percorsi di integrazione e dell’immigrazione in Italia, che non intende calcare la mano sulle diversità e le molteplici appartenenze dei vari protagonisti delle storie narrate (il che non significa indifferenza); dove la presenza di bambini e ragazzi immigrati o figli di genitori immigrati costituisce una “normalità”, un fatto acquisito che non deve sorprenderci più.

Dopo oltre vent’anni di flussi migratori e la presenza di una seconda generazione, con la terza – dei figli dei figli dei migranti – che fa capolino; e soprattutto dopo vent’anni di scritture sull’immigrazione, anche la narrativa per ragazzi, nel raccontare questi cambiamenti, evidenzia un passaggio ad una nuova fase. Una fase che possiamo definire di “seconda generazione”.

Cosa ci racconta l’editoria per bambini riguardo alle “storie di integrazione scolastica” (è una partizione del catalogo)?

Il racconto dell’esperienza scolastica è molto presente nei testi esaminati. È il “tema/contesto” più ricorrente e non poteva essere diversamente, considerando la destinazione di queste scritture. Tali opere presentano un po’ tutto il repertorio di atteggiamenti che hanno accompagnato l’inserimento degli alunni stranieri in questi vent’anni di idee e pratiche nella scuola multiculturale: curiosità, buonismo, aperture, timori, chiusure ...

Nelle storie narrate emergono con forza situazioni ed eventi che hanno favorito positivamente i cammini di inclusione di bambini e ragazzi migranti e hanno aperto a relazioni in classe più distese: la partecipazione al coro della scuola, le abilità nel gioco del calcio, la conoscenza di altre lingue e alfabeti, la narrazione della propria storia o di favole della tradizione…

Alcune scritture sull’integrazione scolastica, tuttavia, risentono di un certo didatticismo e di una fastidiosa (e anacronistica) intenzionalità educativa. Talvolta non mancano descrizioni di situazioni e persone che cadono nello stereotipo, “macchiettistico”, sia rispetto ai ragazzi di origine immigrata e alle loro famiglie, sia rispetto agli insegnanti e alla scuola italiana.

Negli ultimi anni, a onor del vero, le storie “di scuola” accolgono e riconoscono i mutamenti prodottisi nella composizione della popolazione studentesca: anche implicitamente e semplicemente attraverso nomi tradizionalmente “poco” italiani di alcuni alunni, e senza dire nulla di più al loro riguardo. Non si calca la mano su queste presenze, e non sono oggetto o soggetto della narrazione. Rappresentano un elemento di uno scenario di fatto, di una quotidianità acquisita. Questi scritti, al di là del loro valore letterario (non sempre eccellente), trasmettono un forte e chiaro messaggio: di riconoscimento e di consapevolezza dei mutamenti multiculturali prodottisi in questi anni.

La sezione degli albi è particolarmente ricca… quale succo si ricava dal catalogo di queste edizioni?

È vero. La sezione degli albi che raccontano attraverso parole e immagini le storie di immigrazione e integrazione nel nuovo Paese è assai ricca di proposte. I temi affrontati dai cartonati sono vari e si intersecano con i temi delle altre sezioni della Mostra e del catalogo: il viaggio migratorio, l’inserimento a scuola, la vita in città e in famiglia, le identità plurali e in movimento dei figli dell’immigrazione. Le rose e le molte spine dei percorsi di integrazione, mai scontati e definiti una volta per tutte. Bambini/e e ragazzi/e si confermano i protagonisti assoluti di queste narrazioni .

Nel catalogo, come si dice espressamente, non sono stati inseriti gli albi illustrati che approcciano il tema ricorrendo a personaggi antropomorfizzati (ranocchi, conigli, draghi, uccelli e altri animali ancora) che migrano e che vivono l’esperienza della “stranierità”, del sentirsi diverso e spaesato in un nuovo luogo o contesto. Ve ne sono moltissimi nell’editoria per l’infanzia, a partire dai classici testi di Leo Lionni e Max e Max Velthuijs. Ho invece privilegiato le storie dove i protagonisti sono persone , bambini e adulti, in carne e ossa, che vivono un’esperienza di migrazione e integrazione nel paese di approdo.

Vorrebbe suggerire agli insegnanti qualche titolo per lavorare con i bambini della scuola primaria?

Ho trovato molto belli e ricchi di spunti di riflessione Storia di Ismael che ha attraversato il mare di Francesco D’Adamo, Dall’altra parte del mare di Erminia Dell’Oro, Dall’Atlante agli Appennini di Maria Attanasio, Colpo di testa di Paul Bakolo Ngoi.

Aggiungerei anche Io sono tu sei di Giusi Quarenghi, Spaghetti al curry di Annamaria Piccione, e i due testi di Roberto Piumini usciti lo scorso anno La voce di Sasha e Il canto di Micaela .

E poi consiglio la lettura dei libricini apparsi nella collana bilingue "I Mappamondi" della Sinnos, che raccolgono racconti autobiografici di chi è emigrato per davvero.

Tra gli albi illustrati bellissimi sono Il fazzoletto bianco di Viorel Boldis e Antonella Toffolo, Migrando di Maria Chiesa Mateos, un albo di sole immagini che racconta due migrazioni, quelle di ieri e quelle di oggi; e infine H.H. di Carolina D’Angelo e Marco Paci, una storia ambientata nell’Hotel House, che esiste davvero: si trova a Porto Recanati, è un costruzione gigantesca di 17 piani, 480 appartamenti, dove vivono più di 2000 persone provenienti da 32 paesi diversi. Comunque consultando il catalogo l’insegnante potrà ben orientarsi grazie alle recensioni e all’indicazione della fascia di età a cui è principalmente rivolto il testo.

Come potrebbero inserire la visione della mostra all’interno della didattica di tutti i giorni?

Può essere inserito all’interno delle attività a carattere interculturale che le insegnanti propongono in classe. Oppure all’interno di un progetto di lettura , o meglio, le due cose contemporaneamente. Grazie alle sue varie sezioni, la Mostra si configura come una sorta di percorso, con le sue molteplici fasi, che chi emigra si trova a percorrere. Trattandosi di una Mostra bibliografica è importante che la visione sia accompagnata, ad esempio da una operatrice/animatrice della biblioteca, soprattutto ricorrendo a letture di brani e raccontando storie prese dai testi in esposizione . La visione della Mostra e l’ascolto o la lettura delle storie presenti nei libri potrebbe poi costituire il motivo per una ulteriore riflessione e condivisione in classe. E di ulteriori approfondimenti e nuove letture.

Per saperne di più

Per ricevere il catalogo o allestire la Mostra nella propria città si vedano i contattti riportati nei seguenti siti:

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