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Non è mai troppo presto: percorsi di lettura per i più piccoli

Se siamo convinti che la comprensione della lettura sia un’abilità che si impara, e quindi si insegna, è giusto insegnarla quanto prima, mettendo in atto percorsi didattici anche per i più piccoli, basati su un lavoro graduale di carattere linguistico e metacognitivo. Di Maria Cristina Peccianti.

di Cristina Peccianti09 febbraio 20186 minuti di lettura
Non è mai troppo presto: percorsi di lettura per i più piccoli | Giunti Scuola

Siamo tutti consapevoli che la comprensione del testo scritto costituisca una delle principali difficoltà degli alunni del primo ciclo di istruzione, e non solo, e uno dei nodi più importanti a cui la didattica è chiamata oggi a rispondere. Tale difficoltà riguarda un po’ tutti gli alunni, ma, come abbiamo più volte ricordato, riguarda in modo ancora più forte gli stranieri , dato che nella comprensione della lettura incide molto il livello di competenza linguistica del lettore, nei suoi diversi aspetti. Ed è una difficoltà certificata anno dopo anno dai risultati delle prove Invalsi, che i freschi numeri del 2017 fanno emergere in modo eclatante. In classe 2° primaria infatti, in oltre la metà dei quesiti (16 su 28), gli stranieri di seconda generazione hanno dato una percentuale di risposte corrette sotto il 50%, e spesso molto al di sotto, toccando il fondo di 15,4% (domanda A5). Anche gli italiani non sono andati benissimo, va precisato, dando meno del 50% di risposte corrette in 8 quesiti su 28, ma con percentuali che tuttavia non vanno sotto al 31%.

Riflessioni didattiche

Crediamo che questi dati siano da soli una base più che sufficiente per fare alcune riflessioni didattiche, cominciando con il chiederci quali siano le responsabilità della scuola e, soprattutto, come la scuola possa aiutare gli alunni a impadronirsi di un’abilità così importante non solo per l’apprendimento scolastico ma anche per l’esercizio di una cittadinanza attiva piena e soddisfacente.
Oggi si può contare molto poco sulla motivazione alla lettura, come la si intendeva un tempo, in cui molto più facilmente si poteva far leva sulla lettura come svago e quindi si poteva più facilmente contare sullo sviluppo della comprensione per via indiretta, attraverso il metodo dell’impregnazione: leggi tanto e imparerai a leggere bene e a comprendere ciò che leggi.
Non per questo tuttavia possiamo rinunciare alla motivazione che sappiamo essere la vera molla dell’apprendimento: tutti gli alunni ne hanno bisogno e a maggior ragione gli apprendenti di L2. Ma sappiamo anche che la migliore motivazione è quella intrinseca del soggetto, il quale, attribuendo senso a quello che fa, ne viene coinvolto. La via maestra è dunque quella metacognitiva e dell’insegnamento graduale ed esplicito di strategie di comprensione, messa in atto fin dalla prima classe. Tanto più con gli alunni stranieri, in cui la padronanza di strategie atte a consentire l’accesso ai testi (prima fra tutte quella che permette di ricavare il significato di parole sconosciute dal contesto) li aiuterà a superare talune lacune linguistiche, mentre l’attività stessa di comprensione accrescerà la loro competenza linguistica, in un circolo virtuoso e fecondo.

Percorsi per i più piccoli

Per questo non è mai troppo presto per lavorare sulla comprensione. Iniziamo dunque dalla scuola dell’infanzia attraverso la lettura di storie e attività orali di comprensione e procediamo nella prima classe della primaria, senza aspettare il completamento o addirittura il consolidamento dell’apprendimento strumentale, ma lavorandoci in contemporanea. Iniziamo con la comprensione orale e la lettura di immagini e passiamo gradualmente a lavorare con le didascalie , in cui testo iconico e testo scritto sono integrati e si supportano a vicenda.
Dopo le didascalie progettiamo un lavoro di ampio respiro sulla frase , che è un ponte importante fra la parola, oggetto di grande attenzione in tutta la propedeutica, e i primi testi da leggere e comprendere, e che aiuta gli stranieri a consolidare la padronanza della struttura linguistica e comunicativa di base, superando il concetto di competenza linguistica come somma di parole che molti materiali contribuiscono purtroppo a creare.
Nell’approccio ai primi brevi testi , non commettiamo l’errore di mettere i bambini da soli davanti ad essi, chiedendo di comprenderli senza aver loro insegnato come si fa. Facciamo prima tanto lavoro guidato e collettivo , attiviamo le aspettative dei bambini sui contenuti del testo e ricerchiamo con loro le informazioni date esplicitamente, abituando da subito i piccoli lettori ad andare a rileggere e verificare, in un continuo scambio fra testo e lettore. E naturalmente non ci fermiamo qui, ma continuiamo negli anni scolastici successivi il lavoro sistematico sulla comprensione, riprendendo, approfondendo e ampliando, senza mai dimenticare che a leggere si insegna.

Scuola primariaItaliano L2

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