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Giocare, cooperare, parlare con nomi e versi degli animali

Un gioco con “modalità narrativa” che coinvolge anche i bambini non italofoni, tra ombre cinesi e figure da pescare. Di Antonio Di Pietro

di Redazione GiuntiScuola13 settembre 20183 minuti di lettura
Giocare, cooperare, parlare con nomi e versi degli animali | Giunti Scuola

È un po' buio, accendo una piccola lampada e con le mani faccio le ombre cinesi di animali che si raccontano in prima persona: «Buongiorno, io mangio l'erba. Sono stata in un prato con i fiori...».
Poi, con il volto illuminato dalla luce solare, eccomi con un sacchetto di stoffa con dei foglietti dove ho stampato immagini di animali della fattoria (tratte da Google immagini, cercando “icone animali fattoria”). La stessa immagine di un animale è su due biglietti diversi.
Via via che mostro un biglietto, in coro i bambini dicono «Gallina!»... «Mucca!»... «Gatto!»... Ma non tutti.
Per garantire un “momento di parola” faccio pescare un foglietto a un bambino alla volta, chiedendo di dire il nome dell'animale. Poi, chiedere cosa sa rispetto a quell'animale: «Il gallo ha il becco», «La papera fa le uova»...
Questa modalità mi permette di ripetere e far ripetere le stesse parole in tre situazioni ludiche diverse: la prima era con le ombre, la seconda tirando fuori i foglietti, la terza facendo pescare i biglietti dai bambini. Così, ogni parola viene ripetuta moltissime volte associandola a un'immagine. Un modo per far apprendere il nome degli animali della fattoria a chi non li conosce o non li sa nominare in italiano.
Ho deciso di concentrarmi sugli animali della fattoria , perché sono quelli più vicini alla vita quotidiana dei bambini.

La fattoria degli animali

Nell'ottica di ribadire le stesse parole, pesco dal sacchetto un'immagine senza farla vedere. Faccio il verso dell'animale e chiedo ai bambini di indovinare: «Uccellino!»... «Pecora!»... Potrei far pescare i foglietti a ciascun bambino, ma non vorrei farla troppo lunga. La prossima volta che propongo questo gioco inizierò dai versi e perché no, anche facendo l'imitazione.
Invito i bambini a prendere un biglietto senza farlo vedere a nessuno. Mi metto un cappello di paglia ed esclamo ad alta voce: «Buongiorno, sono il signore della fattoria!» e, in silenzio, passo vicino a qualche bambino per farmi dire (all'orecchio) il nome dell'animale.
Mi tolgo il cappello e dico:
«In una fattoria c'erano tanti animali in silenzio. Si muovevano guardandosi negli occhi... Ma quando arrivava la notte: un'oca cercava un'altra oca, un cane cercava un altro cane e un topo chi cercava? Per trovarsi insieme ognuno faceva il proprio verso».
Invito i bambini a fare il verso del proprio animale, a cercare chi fa lo stesso verso e a prendersi per mano. Così, una volta che tutti si sono ritrovati, ad ogni coppia chiedo di fare il verso e dire il nome dell'animale.
Rimettiamo i biglietti nel sacchetto, mescolo un po' e ricomincia il gioco... sapendo che i versi degli animali non sono universali, variano di lingua in lingua . Ad esempio, in urdu (lingua ufficiale del Pakistan) il pulcino fa “tsik-tsik”.

Per saperne di più

I versi degli animali nelle lingue
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il giocare

Questa esperienza si è svolta all'interno del progetto “Conoscersi... per stare bene insieme” del Comune di Prato.

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