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Le parole hanno le ali: scopriamole con i bambini

I prestiti linguistici da una lingua all’altra danno il senso dello scambio interculturale che da sempre intercorre tra i popoli e le culture. Ecco alcuni percorsi per la scuola. Di Graziella Favaro.   

di Redazione GiuntiScuola24 aprile 20185 minuti di lettura

Sci, judo e karate, roller e skate-board, football: parole che denominano sport e attività sportive molto popolari e diffusi e che sono tutte “prestate“ all’italiano. Sci è un termine di origine norvegese e risale al 1841 quando la moda degli sport invernali si diffuse nel mondo. Judo e karate arrivano ovviamente dal Giappone ; noi li pratichiamo e usiamo le parole spesso senza conoscerne il significato e la filosofia che esse sottendono: judo significa “modo della flessibilità” e karate “mano vuota” o “deporre le armi”. Football è un termine di origine inglese che significa letteralmente pallone al piede, ma quello che per noi è il football per gli inglesi è soccer e quello che gli americani definiscono football è in realtà il rugby. Negli anni Settanta arrivarono dall’ America e si diffusero anche da noi nuovi sport: il roller, versione moderna dei pattini a rotelle e lo skate-board e i loro nomi appartengono quindi al vocabolario americano.

Ho fatto l’interrogazione di algebra.
Nell’esercizio scritto ho confuso le cifre e ho preso zero.
Vado a judo poi mangio il sushi con i miei amici
Mia mamma fa un corso per imparare a ballare la salsa e il tango.

Abbiamo fatto piccoli esempi di parole che attraversano i confini e che vanno per il mondo.
Tutte le lingue entrano in contatto reciproco fra loro, si mescolano e si scambiano. Le lingue non stanno ferme e intangibili: sono come uccelli migratori che ignorano le frontiere. Montagne fiumi, oceani deserti non hanno mai fermato il volo delle parole migranti. Tanto più oggi che possono andare da un luogo all’altro senza sforzo, senza voli, senza viaggi via terra, ma percorrendo le strade virtuali delle molteplici connessioni possibili.

I prestiti linguistici

In senso tecnico questi scambi da una lingua all’altra si chiamano prestiti linguistici . Alcune parole vengono importate perché in una lingua non esistono i termini che definiscano oggetti o concetti nuovi. Ad esempio, le arance e i limoni, portati in Italia dagli arabi , sono arrivati qui insieme ai loro nomi. Dagli arabi ci è arrivato anche lo zero che non esisteva nei numeri romani. Ma siamo debitori alla lingua araba di molte altre parole che si riferiscono alla matematica (cifra, algebra), all’astronomia (zenit, nadir..), alla botanica (albicocca, carciofo, melanzana, spinaci…), alle scienze (chimica, alambicco…). Dopo la seconda guerra mondiale, dall’Inghilterra e dal Nord America si diffusero molte parole inglesi insieme alle novità della scienza, della tecnica, dell’informatica. E questo flusso dall’inglese ancora continua in maniera vivace. Sono questi i prestiti di necessità.
Vi sono anche prestiti non di necessità, ma “di lusso”, che si riferiscono all’uso di parole o di espressioni che hanno l’equivalente nella nostra lingua, ma che vengono adottate per moda, velocità, abitudine: perché più brevi, più efficaci, più “moderne”: baby sitter, weekend, part time…
Se la nostra lingua è molto ospitale nei confronti delle parole altrui, tuttavia anche l’italiano è stato generoso in termini di scambi e di prestiti. Abbiamo regalato al mondo, fra gli altri, termini che riguardano l’arte (acquerello, affresco), la musica, la cucina (pizza, pasta, cappuccino, tiramisu…), la moda.
I prestiti linguistici testimoniano in maniera formidabile e potente gli scambi interculturali che da sempre intercorrono fra gli uomini e le culture. E naturalmente raccontano anche il ruolo e il prestigio che le culture e i paesi hanno avuto e hanno nel cammino della storia.

La coda all’estero, il becco in patria

Le parole migrano, scorrono si mescolano, ignorano le frontiere e i muri come le nuvole, la sabbia, i sassi o l’acqua. La poesia di Wislawa Szymborska, Salmo , rende questo fluire di voli, passaggi, parole:

Oh, come sono permeabili le frontiere umane!
Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente,
quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro,
quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui
con provocanti saltelli.

Devo menzionare qui uno a uno gli uccelli che trasvolano,
o che si posano sulla sbarra abbassata?
Foss’anche un passero – la sua coda è già all’estero,
benchè il becco sia ancora in patria…

In classe: occhio alle lingue

  • L’origine delle parole

Scopriamo l’origine di alcune parole che si riferiscono al cibo, ai vestiti, alle piante e agli animali:
- cacao, croissant, sandwich, sushi, cuscus...
- kimono, poncho, pareo, pigiama, short...
- sciacallo, zebra, canguro...

  • I prestiti

Troviamo insieme ai bambini altre parole/prestiti linguistici che sono arrivati all’italiano da:
- la lingua francese;
- l’inglese;
- lo spagnolo;
- l’arabo…

  • Altre lingue e scritture

Andiamo alla ricerca, nel quartiere e nella città, di scritte e parole in altri alfabeti: in che lingua saranno?

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