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La gentilezza fa bene al mondo e a noi stessi

Il 13 novembre è la Giornata mondiale dedicata alla gentilezza. L’occasione per sollecitare azioni, parole e gesti di cura e di attenzione verso gli altri e per mettere in pratica il “piccolo manifesto della gentilezza”.  Di Graziella Favaro. 

di Redazione GiuntiScuola10 novembre 20177 minuti di lettura
La gentilezza fa bene al mondo e a noi stessi | Giunti Scuola

Il rispetto s’impara fin da piccoli. E lo si insegna ai bambini e ai ragazzi attraverso i gesti e le parole, gli esempi e le scelte quotidiane, la qualità delle relazioni e le modalità che noi stessi adottiamo per rappresentare gli altri. I bambini infatti imparano con le orecchie, ma anche attraverso gli occhi, lo sguardo, gli esempi e i comportamenti degli adulti, i segnali espliciti e impliciti che noi proponiamo. Oggi, più che in passato, nella scuola e negli spazi dell’incontro, i bambini vedono le differenze e sperimentano la pluralità. Entrano infatti a contatto ogni giorno con le diversità delle storie, dei riferimenti culturali, delle provenienze, delle abilità e delle appartenenze. L’approccio inclusivo e interculturale, che cerca di agire sulla dimensione cognitiva e della conoscenza degli altri e sulla dimensione affettiva e relazionale, può insegnare ad avere uno sguardo più largo, stabilire interazioni più aperte e curiose, mettersi almeno un po’ nei panni degli altri e adottare comportamenti più accoglienti. In una parola: a insegnare il rispetto e la reciprocità.
Il rispetto infatti non si insegna attraverso le esortazioni e i richiamo al dover essere, ma trasmettendo più conoscenze e informazioni sul mondo, su di sé, sugli altri e sulle dense e inestricabili interazioni che uniscono da sempre le vicende umane e i contesti diversi. Ma la conoscenza da sola non basta. Il rispetto lo si insegna allora anche allenando i bambini e i ragazzi all’empatia, all’ascolto di sé e degli altri, a lasciare spazio e tempo a ciascuno, a capire punti di vista diversi dal proprio. Oggi più che mai è importante educare la mente e il cuore all’apertura, alla curiosità, a sentirsi un po’ di più cittadini del mondo e al tempo stesso ancorati al luogo in cui si vive e si impara. Alla propria comunità “calda”, che non è chiusa e recintata, ma è aperta e accogliente nei confronti degli apporti di tutti.

Se non a scuola, dove?

La scuola, luogo vivo e quotidiano di relazioni e di scambi, è oggi più di ieri l’ambito privilegiato per educare al rispetto, alla condivisione e al riconoscimento reciproco. Per formare cittadini più consapevoli di sé e degli altri, consapevoli degli intrecci che da sempre uniscono gli uni agli altri e di un futuro che si può scrivere solo insieme. Con le parole e i gesti, con competenza e attenzione. Piccoli o meno piccoli gesti di discriminazione e parole che offendono vengono spesso riferiti dai bambini e dai ragazzi che, per varie ragioni, appaiono i più vulnerabili e più fragili. La discriminazione e i gesti di bullismo ci sono sempre stati, ma forse un tempo erano sanzionati in maniera più chiara. Oggi la scuola sembra più sola nel compito di volere /dover trasmettere - attraverso le parole, gli atti, gli esempi concreti e quotidiani - il rispetto e l’attenzione, la tolleranza e l’apertura. L’alleanza con le famiglie e con la comunità sembra talvolta meno densa ed efficace e questo rischia di rendere i messaggi, che dovrebbero essere fortemente condivisi, meno pregnanti e immediati. E rischia anche di mantenere nel silenzio episodi, gesti, comportamenti e parole discriminanti che andrebbero invece gestiti, disvelati, discussi.
Possiamo contrastare questa situazione moltiplicando i piccoli gesti gentili. Le minute e quotidiane azioni individuali, anche quelle che sembrano a prima vista poco significative, possono produrre grandi variazioni collettive nei comportamenti e negli atteggiamenti. Moltiplicando le azioni positive, si producono nuovi sguardi e modi di stare insieme, maggiori responsabilità e cura nei confronti degli altri.

Piccolo manifesto per una scuola gentile

Proponiamoci allora nella settimana della gentilezza di fare almeno un gesto gentile ogni giorno e di costruire insieme una “classe di tutto rispetto”. Ecco un piccolo manifesto delle attenzioni gentili.
Apparecchiare lo spazio
-abbellire lo spazio in cui passiamo gran parte delle giornate; renderlo accogliente e fare in modo di sentirlo proprio; averne cura;
Setacciare e lucidare le parole
-bandire dal vocabolario le parole cattive; usare spesso le parole gentili per salutare, chiedere scusa, ringraziare, facendolo per primi, anche senza aspettare l’invito e la sollecitazione; ampliare il numero delle parole che esprimono emozioni e stati d’animo;
Coltivare la voce
-rispettare i turni di parola e lasciare il tempo anche agli altri di dire; stabilire un nostro “misuratore” di decibel per allenarci a non alzare la voce e gridare senza necessità; imparare ad esplorare la voce e ad ascoltare il silenzio;
Intrecciare gli sforzi e le capacità
-includere nel gioco e nei momenti di incontro i compagni più timidi o coloro che stanno in disparte; organizzare attività da fare insieme, cooperando e valorizzando le capacità di ciascuno;
Accogliere e accompagnare
-assumere il ruolo di compagno accogliente e accompagnare un bambino appena arrivato e ancora un po’ disorientato; fare qualcosa per i più piccoli: mettere in scena una fiaba e drammatizzarla per i bambini della scuola dell’infanzia;
Mettersi nelle scarpe di un altro
-esprimere curiosità nei confronti della storia degli altri; provare a mettersi nei panni di… ( nelle scarpe di …);
Diventare gentili per abitudine
-praticare piccoli gesti di attenzione e gentilezza in maniera gratuita e quotidiana. Perché un piccolo gesto “ha una forza infinita. Se ognuno spazza davanti alla porta, la città intera sarà pulita”, come scrive Bruno Tognolini nella "Filastrocca del piccolo gesto importante”.

Filastrocca del piccolo gesto importante
Un piccolo gesto è una pietra preziosa
cela un segreto che è molto potente.
Qualcosa accade se tu fai qualcosa
e niente accade, se tu non fai niente.
Basta un secchiello a vuotare il mare?
Basta una scopa a pulir la città?
Forse non basta, ma devi provare.
Se provi, forse qualcosa accadrà.
È un gesto inutile, ma non importa,
piccoli gesti hanno forza infinita.
Se ognuno spazza davanti alla porta
la città intera sarà pulita.

Bruno Tognolini


• Il colore della gentilezza
Un breve video inglese, ma con illustrazioni che parlano da sole, racconta che la gentilezza dà colre al mondo e rappresenta piccoli gesti di attenzione di cura che possiamo fare ogni giorno nei confronti degli altri, dei vicini e degli sconosciuti, dell’ambiente e dello spazio pubblico, degli animali e delle cose.

• Giochi gentili
Per iniziare la settimana gentile partiamo dal gioco. L’associazione italiana che promuove la giornata della gentilezza ( www.gentletude.com ), propone alcuni giochi per allenare i bambini e i ragazzi a essere collaborativi e attenti:
-memoria della pace
-gentipolis
-Passapalla parlando

• Da leggere
Su "La Vita Scolastica" n. 3 novembre 2017 trovi altre idee e proposte per celebrare la gentilezza, nella rubrica di Graziella Favaro.

Giornata della gentilezza dalle scuole
Ecco alcune immagini dalle scuole che hanno celebrato la giornata o settimana
della gentilezza:
- Le parole gentili IC di Aprila

- Con la gentilezza si può... IC di Bereguardo

Mandateci le immagini della vostra giornata o settimana della gentilezza! Scrivete a vitascol@giunti.it

Le illustrazioni sono tratte dalla mostra Autori di immagini Annual 2017. Dall'alto: Paola Formica, Barbara Erta

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