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Ciao, grande Maestro

Tante le lettere e le testimonianze arrivate in redazione per Mario Lodi. Pubblichiamo un ricordo di Gianfranco Staccioli in accompagnamento a un ebook gratuito con una scelta dei contributi pubblicati dal maestro su “La Vita Scolastica” e "Scuola dell'infanzia". Gli abbonati riceveranno la versione cartacea dell'antologia insieme col numero di giugno.

di Redazione GiuntiScuola12 maggio 20144 minuti di lettura
 Ciao, grande Maestro | Giunti Scuola

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Mario Lodi, Maestro compagno

di Gianfranco Staccioli


Mario Lodi è un mio compagno.

Compagno di scuola, quando dalla finestra della Scuola Città Pestalozzi leggevo in classe la storia di Cipì , che era appena uscita nelle edizioni Einaudi. Anche da noi si vedevano gli uccelli che sfrecciavano veloci fra gli alberi del giardino. Ed in classe i bambini ascoltavano, guardavano le rondini e volavano con loro, immaginandone umane avventure.

Io ero più giovane di te, ma ci avvicinava l’entusiasmo per i metodi attivi , per l’attenzione all’infanzia, per l’impegno verso la cultura e la società. Per me eri il compagno più grande verso cui guardare con fiducia; eri la conferma che si può agire nella scuola e nell’educazione senza lasciarsi invischiare dalle richieste burocratiche, dalle mode, dalle tentazioni consumistiche. Tu eri impegnato con il Movimento di Cooperazione Educativa, io con i CEMEA, convinti entrambi che l’“isolamento logora l’entusiasmo” e che i metodi attivi non si identificano con un singolo maestro.

Compagno a distanza, che io seguivo con occhio attento (e da parte mia un po’ invidioso) perché tu eri capace di raccontare della scuola di tutti i giorni , con bambini e genitori veri, come ne I quaderni di Piadena . O quando dimostravi che, nonostante le ristrettezze economiche, le difficoltà ambientali, è sempre possibile migliorare qualcosa e che C’è speranza se questo accade a Vho .

Leggevo il tuo libro nei lunghi percorsi in pullman che mi portavano nelle campagne attorno a Firenze, dove le piccole scuole stavano ancora in stanze sopra le stalle e nella stessa aula si insegnava ai bambini dai sei a quattordici anni. Compagno Mario, avrei voluto essere bravo come te.

Compagno di interessi, quando dicevi che “occorre liberare le capacità creative del fanciullo ” e che tocca al maestro aiutarlo a trasformare le sue parole in immagini, in corpo, in arte. E aprivi la Casa delle Arti e del Gioco , raccogliendo disegni, pensieri, idee di tanti bambini e invitando tutti a “vedere il mondo da un’altra prospettiva”, a pensare ad un mondo di amicizia, di cooperazione, di gioia.

Anche pensando alla tua Casa sceglievo i disegni per la rubrica su "Scuola dell’Infanzia" , per mostrare quanto pensano i bambini, quanto sono “impertinenti”, quanto sono complessi. Compagno vicino, quando abbiamo lavorato per la rivista "La Vita Scolastica" . E lì ascoltavo i tuoi saggi interventi alle riunioni del comitato scientifico. A volte mi meravigliavo della semplicità del tuo dire , del tuo buon senso, della forma poco aulica che avevi nel descrivere come si sarebbe potuto fare meglio un rivista che fosse di aiuto per i docenti più giovani.

C’è molto da fare, dicevi. E avevi ragione. L’impegno educativo non si ferma mai , non c’è un punto di arrivo, un arresto soddisfatto. C’è sempre la gioia di essere giunti e la tristezza di non essere arrivati. L’educazione è attiva, proprio perché non si soddisfa del solo passato o del presente.

Compagno presente, quando penso alla determinazione, alla costanza, alla continuità del tuo lavoro. E sento che sei presente nel mio piccolo impegno quotidiano e vorrei che anche tanti altri lo sentissero, perché “noi” possiamo cambiare. Con modestia e con determinazione, con coscienza e con atteggiamento critico, con piacere ludico e con impegno sociale , con entusiasmo e con amicizia, con divertimento e con gioia di vivere. Insomma, con quelle stesse cose che tu, compagno Mario, hai dimostrato tener presenti per tutta la vita.

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12 Maggio 2014 La Vita Scolastica


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