Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

&Egrave; possibile parlare della guerra con i bambini? &Egrave; giusto che lo si faccia? E se s&igrave;, come parlarne? Queste domande appaiono pi&ugrave; che legittime e giustificate, soprattutto in questo periodo che pone tutti noi, bambini e adulti, davanti al drammatico problema della guerra. Non parlarne a scuola &egrave; fare come gli struzzi, ossia mettere la testa sotto la sabbia; in realt&agrave; i bambini vengono a contatto con questi problemi tanto quanto gli adulti. Allora tanto vale che se ne parli, anche allo scopo di sviluppare un&rsquo;educazione alla pace, questione questa quanto mai complessa. Come affermava Montessori:

Montessori M. (1970). Educazione e Pace. Milano: Garzanti.

Novara D., Di Chio C. (2013), Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola. Trento: Erickson.

Fonzi, A. (1991). Cooperare e competere tra bambini. Firenze: Giunti.

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&ldquo;tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione &egrave; l&rsquo;inizio di ogni guerra. Quando si educher&agrave; per la cooperazione e per offrirci l&rsquo;un l&rsquo;altro solidariet&agrave;, quel giorno si star&agrave; educando per la pace.&rdquo;
</blockquote>

INSIEME PER LA PACE

Giunti Scuola propone una raccolta di&nbsp;percorsi didattici, approfondimenti, laboratori e letture sulla pace:

Insieme per la pace

<a href="https://www.giuntiscuola.it/insieme-per-la-pace" target="_blank">https://www.giuntiscuola.it/insieme-per-la-pace</a>

Foto: Marcella Dondoli

Gi&agrave; da questa affermazione si pu&ograve; cogliere un aspetto fondamentale per la promozione dell&rsquo;educazione alla pace, ossia l&rsquo;allestimento di contesti educativi cooperativi, all&rsquo;interno dei quali si possano fare concretamente esperienze di solidariet&agrave;, di aiuto reciproco, di comprensione verso l&rsquo;altro. In altre parole, la pace non va predicata, ma va agita e sperimentata giorno per giorno, nei contesti normali di vita delle persone.

L&rsquo;educazione alla pace non &egrave; dunque un pietistico e verbale richiamo al &ldquo;vogliamoci bene&rdquo;; &egrave; un itinerario di apprendimento molto faticoso e complesso che deve fare i conti con la parte pi&ugrave; &ldquo;cattiva&rdquo; che &egrave; dentro ognuno di noi. E infatti una delle pi&ugrave; delicate operazioni educative e formative che la scuola deve fare &egrave; proprio quella di far s&igrave; che i bambini possano prendere contatto con questa parte, che la riconoscano (gi&agrave; questa operazione quanto mai difficile) e che riescano ad esprimerla, anche utilizzando esperienze proiettive (teatro, gioco dei ruoli, immedesimazione in personaggi di storie ecc.). Riconoscere la propria parte &ldquo;cattiva&rdquo; &egrave; il presupposto per meglio governarla, per non farla trasformare in comportamenti distruttivi o aggressivi.

Venti di guerra, progetti di pace