Attività per un percorso autobiografico - "Pillole" per star bene insieme

Viaggi reali o immaginari: un’esperienza di scrittura autobiografica in alcune classi della primaria

In classe con Marcel: per una pedagogia autobiografica

Riconoscere, valorizzare, scambiare

Bilinguismi: al plurale

Centro COME, <a href="http://www.centrocome.it/?post_type=matepub&amp;p=1070" target="_blank">Quante lingue in classe! Conoscere e valorizzare la diversit&agrave; linguistica</a>

Carbonara, V., Scibetta, A. (a cura di) (2021). Unu, dy, san! Proposte operative per la didattica plurilingue nella scuola del primo ciclo. La Linea Edu

Graziella Favaro, <a href="https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/3123" target="_blank">Il bilinguismo disegnato</a>

Favaro, G., Negri, M., Teruggi (2029). Le storie sono un&rsquo;ancora. Franco Angeli

La lingua madre &egrave; specchio e finestra &nbsp;

Messaggi impliciti di svalorizzazione

Da tempo i documenti ministeriali invitano a prestare attenzione e a riconoscere le lingue degli allievi. Nel recente documento ministeriale Orientamenti interculturali, dedicato all&rsquo;integrazione scolastica degli alunni e delle alunne provenienti da contesti migratori, si afferma che &ldquo;accanto a una rappresentazione generale e generica del bilinguismo come opportunit&agrave; e ricchezza &ndash; se riferito a lingue che godono di &ldquo;prestigio sociale&rdquo; &ndash; vi &egrave; spesso negazione o rimozione delle situazioni di plurilinguismo reale, riferito a parlanti le lingue madri delle famiglie immigrate&rdquo;.

Lo stesso documento invita a:

<ul>
	<li>riconoscere le lingue parlate dai bambini e dalle bambine&nbsp; nei contesti extrascolastici e la raccolta delle loro biografie linguistiche;</li>
	<li>valorizzare ogni lingua e la diversit&agrave; linguistica presente nelle comunit&agrave;;</li>
	<li>attivare processi metalinguistici di comparazione e scambio tra le lingue. (Orientamenti interculturali: www.istruzione.it&rdquo;)</li>
</ul>

Ogni persona &egrave; bilingue a modo suo. L&rsquo;idea, astratta e irraggiungibile, di un bilinguismo &ldquo;perfetto&rdquo;, che insisteva sul criterio dell&rsquo;indistinguibilit&agrave; dall&rsquo;uso nativo in entrambi i codici, &egrave; stata da tempo superata. &Egrave; raro infatti che esista un bilinguismo veramente&nbsp; equilibrato per la semplice ragione che, in una societ&agrave; monolingue, non esistono occasioni per usare indifferentemente l&rsquo;una o l&rsquo;altra lingua in tutte le situazioni della vita quotidiana.&nbsp;

Esiste dunque un naturale &ldquo;squilibrio&rdquo; fra le lingue perch&eacute; il bilingue le usa in ambiti differenti, con interlocutori e per scopi diversi. Il patrimonio linguistico di un individuo non &egrave; un sistema solido e immutabile, definito e stabilito&nbsp; una volta per tutte. &Egrave; invece&nbsp; una costellazione fluida, nella quale l&rsquo;egemonia di una lingua sull&rsquo;altra, la gerarchia interna, il grado di padronanza assoluto e relativo, variano continuamente nel tempo e nello spazio.

La lingua che ci abita e che abitiamo nell&rsquo;infanzia non ci d&agrave; solo le parole per dire, ci d&agrave; anche gli occhi per vedere. Attraverso la lingua madre denominiamo il mondo, i fatti, le emozioni ma strutturiamo anche uno sguardo, un punto di vista, un modo di sentire.&nbsp;

La &ldquo;maternit&agrave;&rdquo; di una lingua consiste proprio in questo: nella sua capacit&agrave; di avvolgere e organizzare, di legare indissolubilmente parole e suoni a sensazioni, cose, situazioni. E questo sguardo ci accompagna e rimane anche quando non parliamo pi&ugrave; la lingua madre, che resta nell&rsquo;ombra, ma &egrave; comunque &ldquo;la lingua che ci portiamo dentro&rdquo; (Italo Calvino).&nbsp;

In questo senso, siamo tutti, o quasi tutti,&nbsp; plurilingui, attraversati e &ldquo;costruiti&rdquo; da parole, dialetti, lingue in contatto che dimorano&nbsp; dentro di noi e colorano il nostro sguardo.

Leggi anche <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/allestiamo-langolo-delle-lingue" target="_blank">Allestiamo l&rsquo;angolo delle lingue</a>

Non dobbiamo pensare alla lingua madre come un&rsquo;eredit&agrave; rigida e immutata, ma come una componente essenziale della ricchezza linguistica che &egrave; diritto e opportunit&agrave; di tutti.&nbsp; Le lingue materne sono casa, luogo di affetti ed emozioni&nbsp; dove stare e tornare, ma sono anche&nbsp; il punto di partenza per viaggi e scoperte nel mondo pi&ugrave; grande abitato da altre parole.&nbsp;

Le lingue madri sono specchi nei quali riconoscersi e ritrovarsi e sono anche finestre per guardare fuori, ascoltare e apprendere altri suoni e altri alfabeti. La prima lingua &egrave; una coperta&nbsp; che ci avvolge fin dall&rsquo;infanzia e che ci accompagna per tutta la vita intrecciando i suoi fili con altre trame, mescolando i suoi colori con altre sfumature.&nbsp;

Il plurilinguismo caratterizza da tempo il panorama delle nostre classi. Ma a fronte di questa realt&agrave; evidente, il tema della diversit&agrave; linguistica e della valorizzazione delle lingue materne &egrave; spesso lasciato all&rsquo;iniziativa estemporanea e individuale dei docenti. &nbsp;

Come viene considerato e gestito il neo plurilinguismo? Le vecchie idee e prevenzioni nei confronti del bilinguismo precoce sono state nel tempo confutate e superate dagli studi, dalle ricerche, dalla situazione di fatto. Oggi possedere una seconda lingua fin da bambini &egrave; considerata un&rsquo;opportunit&agrave; e una necessit&agrave;. Ma nella realt&agrave; questo atteggiamento positivo non riguarda davvero tutte le lingue. Agiscono infatti sullo sfondo fattori sociali e culturali che portano a elaborare rappresentazioni diverse dei sistemi linguistici e a definire una sorta di graduatoria e gerarchia delle lingue.

In questa&nbsp; rappresentazione, l&rsquo;essere bilingue &egrave; una condizione che viene spesso attribuita a chi possiede una lingua prestigiosa, oltre alla propria, e non a tutti coloro che praticano un altro idioma, se questo non gode di uno status positivo. Questo atteggiamento di svalorizzazione di fatto pu&ograve; portare a ignorare la diversit&agrave; linguistica, rendere invisibile e clandestina la lingua materna, dare una rappresentazione negativa del codice comunicativo intrafamigliare. E, di conseguenza, a non attribuire valore a saperi e competenze, e dunque anche a elementi che compongono la storia personale, che rischiano cos&igrave; di scomparire o di restare nell&rsquo;ombra. Per i bambini e i ragazzi non italofoni, i primi mesi&nbsp; di acquisizione della seconda lingua rappresentano un periodo &ldquo;sensibile&rdquo;&nbsp; e sono cruciali, oltre che per l&rsquo;italiano, anche per il mantenimento della prima lingua, che si rivela agli occhi del bambino&nbsp; non pi&ugrave; efficace nelle interazioni. I giudizi&nbsp; e le osservazioni degli insegnanti, e degli adulti in genere, possono provocare blocchi e sentimenti di&nbsp; vergogna per la propria lingua materna.

Siamo tutti plurilingui. Idee e strumenti per la scuola ispirati alla Giornata internazionale della Lingua Madre

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