Bateson G., L&rsquo;umorismo nella comunicazione umana, Raffaello Cortina, Milano, 2006.

Boschi F., Bigozzi L., Falaschi E., Lessico e ortografia, Erickson, Trento, 1999.

Frith U., Beneath the surface of developmental dyslexia, in K. Patterson, J. Marschall, M. Coltheart (a cura di), Surface dyslexia, L.E.A., London,1985.

Piagentini G.,&nbsp; Relazione d&rsquo;aiuto e qualit&agrave; personali nel lavoro docente,&nbsp; in E. Catarsi (a cura di),&nbsp; La relazione d&rsquo;aiuto nella scuola e nei servizi socioeducativi, Edizioni del Cerro, Pisa, 2004.

Pinto G., Il suono, il segno, il significato. Psicologia dei processi di alfabetizzazione, Carocci, Roma, 1993.

Spesso pu&ograve; succedere che gli errori ortografici (coinvolgendo trasversalmente tutte le discipline) vengano a rappresentare un motivo di rimprovero, sia a scuola che a casa, con una forte incidenza negativa sulla motivazione allo studio e sull&rsquo;immagine di s&eacute;. Generalmente, la strategia di far fare un maggior numero di esercizi ortografici rileva scarsissimo successo a fronte di moltissimo sforzo.

Le ricerche dimostrano che alla base dei processi di acquisizione e di padroneggiamento delle abilit&agrave; di lettura e di scrittura vi sono tre diverse componenti: una fonologica, una ortografica e una lessicale, tra loro evolutivamente connesse (Frith, 1985). Un passo ulteriore &egrave; stato compiuto dimostrando che alla base dei processi di automatizzazione della correttezza ortografica si trova non tanto il potenziamento degli aspetti fonologici, &ldquo;superficiali&rdquo; del linguaggio, quanto invece l&rsquo;incremento nell&rsquo;utilizzo e nell&rsquo;efficacia della via semantico-lessicale, quella che permette l&rsquo;elaborazione centrale e &ldquo;profonda&rdquo; del significato della parola (Boschi, Bigozzi, Falaschi, 1999).

Inoltre, sappiamo che l&rsquo;apprendimento &egrave; un processo &ldquo;vivo&rdquo;, un fenomeno situato, interattivo e intersoggettivo; un processo che ha bisogno di aiuti significativi, di impalcature di sostegno &ndash; secondo la metafora bruneriana dello scaffolding &ndash; ovvero di un supporto che garantisca, in primis, un contenimento emotivo e affettivo e, sulla base di questo, favorisca lo sviluppo cognitivo e metacognitivo. A scuola, l&rsquo;impalcatura di sostegno per eccellenza &egrave; costituita dalla relazione educativa insegnante-allievo. Infatti, ogni insegnamento &egrave; mediato da un processo di relazione e di comunicazione interpersonale (fatto di ascolto, empatia, dialogo) e la qualit&agrave; di questa relazione &egrave; fondamentale per la qualit&agrave; dell&rsquo;apprendimento e dei suoi esiti.

L&#39;importanza dell&#39;ironia nell&#39;insegnamento

Una relazione educativa positiva richiede disponibilit&agrave;, equilibrio interiore, responsabilit&agrave; emotiva, imparando a riconoscere le proprie emozioni e le proprie modalit&agrave; comunicative e affettive. Chi &egrave; investito di compiti formativi mette a disposizione della relazione non solo la propria professionalit&agrave;, ma anche s&eacute; stesso come persona genuina, autentica, congruente, assumendo, proprio attraverso questa sensibilit&agrave;, coscienza pedagogica e capacit&agrave; di intervento professionale (Piagentini, 2004).

Dunque &ldquo;ortografia&rdquo; e &ldquo;relazione educativa&rdquo; come possono dialogare nell&rsquo;ambito delle pi&ugrave; ampie finalit&agrave; educative, istruttive e formative? Una proposta metodologica pu&ograve; essere suggerita dal &ldquo;dettato a rovescio&rdquo;, mettendosi in gioco come insegnanti attraverso una modalit&agrave; comunicativa (verbale e non verbale) a sfondo umoristico.

L&rsquo;insegnante comunicher&agrave;: &rdquo;Care bambine, cari bambini, questa mattina sono arrivata a scuola con alcune perdite di memoria e non ricordo pi&ugrave; come si scrivono alcune parole. Potreste dettarmi una breve storia mentre io la trascrivo alla lavagna?&rdquo;.

Durante la scrittura sotto dettatura, l&rsquo;insegnante commetter&agrave; volutamente alcuni errori ortografici (mancanza di doppie, scambi di consonanti, accenti, apostrofi e cos&igrave; via) e, nello stesso momento in cui sta scrivendo la parola ortograficamente non corretta, i bambini dovranno farglielo notare. Durante questa attivit&agrave;, &egrave; importante che siano presenti entrambe le dimensioni: &ldquo;relazione educativa&rdquo; e &ldquo;controllo ortografico&rdquo;; &egrave; necessario cio&egrave; che il contesto sia giocoso e che gli errori vengano corretti immediatamente.

Sicuramente i bambini, per mettere in difficolt&agrave; l&rsquo;insegnante smemorata e divertirsi nel farle notare gli errori, saranno motivati a ricercare parole e frasi ortograficamente complesse, contenenti quegli &ldquo;ostacoli&rdquo; che i bambini stessi riconoscono come proprie difficolt&agrave;. Quindi l&rsquo;obiettivo di &ldquo;esercitarsi&rdquo; sull&rsquo;ortografia sar&agrave; raggiunto, utilizzando il piacere, il divertimento, la condivisione con il gruppo dei pari ed evitando le frustrazioni che invece solitamente accompagnano gli esercizi ortografici, soprattutto nei confronti di quei bambini che presentano difficolt&agrave; o disturbi nella scrittura. Inoltre, potranno fare esperienza della ricchezza dei codici espressivi della comunicazione verbale e non verbale.

Un &ldquo;dettato a rovescio&rdquo; per riconoscere gli errori

L&rsquo;insegnante, durante questa attivit&agrave; ludiforme, sar&agrave; attenta a usare con attenzione la comunicazione prossemica (la postura del corpo e i movimenti), a enfatizzare la comunicazione gestuale e aptica (i significati veicolati dai vari gesti, i toccamenti del proprio corpo ad esempio nell&rsquo;accorgersi dell&rsquo;errore commesso), a utilizzare intenzionalmente i tratti soprasegmentali del linguaggio attraverso la comunicazione paralinguistica (le emissioni vocaliche non semantiche, ad esempio gli &ldquo;mhhh&rdquo;, il tono della voce, la fluenza pi&ugrave; veloce o pi&ugrave; lenta delle parole e delle frasi, i silenzi e le pause).

Il pensiero pedagogico attuale conferma quanto il sapiente ed equilibrato utilizzo dell&rsquo;umorismo e dell&rsquo;ironia sia fondamentale nei contesti di insegnamento/apprendimento (ad esclusione di alcune forme da evitare assolutamente, quali ad esempio il sarcasmo). Cos&igrave; come l&rsquo;autoironia, miglior senso dell&rsquo;umorismo che permette di cogliere non solo i &ldquo;fallimenti&rdquo; altrui ma anche i propri e di saperli accogliere e superare con serenit&agrave;. Famoso l&rsquo;umorismo autoironico di Woody Allen: prendersi in giro diventa un modo per attirarsi le simpatie del prossimo disarmando chi &egrave; ostile. Quindi un ottimo strumento anche per disarmare le ostilit&agrave; ortografiche.

Quando l'ortografia rinsalda la relazione educativa