Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Come ho fatto notare nel contributo di Cesare Cornoldi e mio (<a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/quali-strategie-di-apprendimento-nei-testi-di-studio/" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/quali-strategie-di-apprendimento-nei-testi-di-studio/">Quali strategie di apprendimento nei testi di studio?</a>), il miglior metodo di studio si caratterizza, in un certo senso, per l’assenza di un vero e proprio metodo di studio, e invece per una buona consapevolezza di come funziona la propria mente. Ciò non toglie che è utile far conoscere all’allievo le strategie più efficaci, ma dovrà essere lui a scegliere quella più adatta al proprio stile di apprendimento. Alcune strategie comunque si rivelano particolarmente utili per poter rintracciare il proprio funzionamento.

Come ho fatto notare nel contributo di Cesare Cornoldi e mio (Quali strategie di apprendimento nei testi di studio?), il miglior metodo di studio si caratterizza, in un certo senso, per l’assenza di un vero e proprio metodo di studio, e invece per una buona consapevolezza di come funziona la propria mente. Ciò non toglie che è utile far conoscere all’allievo le strategie più efficaci, ma dovrà essere lui a scegliere quella più adatta al proprio stile di apprendimento. Alcune strategie comunque si rivelano particolarmente utili per poter rintracciare il proprio funzionamento.

Una di queste è la
 
 “pratica del recupero”
 
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Una di queste è la “pratica del recupero”. Questa strategia si è rivelata di straordinaria efficacia ed è, in certe sue applicazioni, controintuitiva. Testare le proprie conoscenze prima di mettersi a studiare? Sembra illogico e inutile. E invece è un espediente capace di raddoppiare il ricordo del materiale di studio. Conoscere questa strategia e sperimentarne l’utilità è sicuramente vantaggioso; in più offre l’opportunità allo studente di diventare più metacognitivo, ragionando su come funziona la sua mente e sul perché qualche volta lo studio risulti per lui poco efficace.

Un aspetto fondamentale per lo studio è quello motivazionale, e bisognerebbe sempre tener presente il fatto che esso è enfatizzato non solo dalla spinta epistemica ma anche da elementi legati ai comportamenti messi in gioco durante lo studio, come la percezione di autoefficacia, l’aspettativa di successo e l’autodeterminazione. Nel contesto di queste brevi riflessioni vorrei soffermarmi proprio sull’autodeterminazione: per lo studente può essere poco motivante la richiesta di studiare solo certi argomenti, senza la possibilità di applicarsi ai contenuti che gli stanno più a cuore, e di studiarli solo nel modo che gli viene indicato dall’adulto. Assumere la prospettiva metacognitiva offre dei suggerimenti importanti per evitare di correre questo rischio. Rossana De Beni, Università degli Studi di Padova

Una di queste è la “pratica del recupero”. Questa strategia si è rivelata di straordinaria efficacia ed è, in certe sue applicazioni, controintuitiva. Testare le proprie conoscenze prima di mettersi a studiare? Sembra illogico e inutile. E invece è un espediente capace di raddoppiare il ricordo del materiale di studio. Conoscere questa strategia e sperimentarne l’utilità è sicuramente vantaggioso; in più offre l’opportunità allo studente di diventare più metacognitivo, ragionando su come funziona la sua mente e sul perché qualche volta lo studio risulti per lui poco efficace.

Metacognizione e metodo di studio

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