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Life skills per la scuola e per la vita

Che cosa sono, a che cosa servono e come allenarle

di Federico Batini20 maggio 20221 minuto di lettura
Life skills per la scuola e per la vita | Giunti Scuola

Con l’espressione life skills viene generalmente chiamata tutta quella gamma di abilità e competenze di area cognitiva, emotiva e relazionale di base, che permettono alle persone di operare efficacemente sul piano individuale e sociale. In altre parole, sono abilità e capacità che ci permettono di acquisire un comportamento flessibile e positivo, grazie al quale è possibile affrontare in modo soddisfacente le richieste e le sfide della vita quotidiana. Appare evidente, da questa definizione, come vi siano tratti fortemente soggettivi: chi, infatti, può decidere se le nostre azioni e interazioni sono soddisfacenti? Chi può sentirsi adeguato/a nei confronti delle sfide quotidiane della vita?

 

Le definizioni dell’OMS

Dopo decenni di strategie centrate sul controllo, la repressione e l’eventuale recupero di comportamenti devianti, negli anni Ottanta i programmi di informazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) vennero giudicati fallimentari rispetto alla diffusione delle dipendenze e di forme di disagio individuale e sociale. In accordo con gli Stati Membri, dunque, si ritenne opportuno modificare gli approcci puntando su una strategia preventiva centrata su interventi di tipo formativo, collocati soprattutto nel sistema di istruzione.
Nel 1993 l’OMS pubblica il Documento “Life skills education in schools” che contiene l’elenco delle abilità personali e relazionali utili per gestire positivamente i rapporti tra il singolo e gli altri soggetti.
Le life skills individuate dall’OMS sono:

  1. consapevolezza di sé;
  2. gestione delle emozioni;
  3. gestione dello stress;
  4. comunicazione efficace;
  5. relazioni efficaci;
  6. empatia;
  7. pensiero creativo;
  8. pensiero critico;
  9. prendere decisioni;
  10. risolvere problemi.

Queste competenze possono essere raggruppate in 3 aree: skills emotive, relazionali e cognitive. Risulta- no chiari i punti di contatto con le competenze di base, con le competenze chiave e le competenze di cittadinanza.
 

Si possono insegnare le life skills?

Secondo l’OMS “... Le life skills, così come noi le intendiamo, possono essere insegnate ai giovani come abilità che si acquisiscono attraverso l’apprendimento e l’allenamento. [...] Inevitabilmente, i fattori culturali e sociali possono intervenire a modificare l’esatta natura delle life skills. Per esempio, in alcune società, il contatto visivo potrà essere incoraggiato nei ragazzi per una comunicazione efficace, ma non per le ragazze. Le life skills rendono la persona capace di trasformare le conoscenze, gli atteggiamenti ed i valori in reali capacità, cioè sapere cosa fare e come farlo. [...] Acquisire e applicare in modo efficace le life skills può influenzare il modo in cui ci sentiamo rispetto a noi stessi e agli altri ed il modo in cui noi siamo percepiti dagli altri. Le life skills contribuiscono alla nostra percezione di autoefficacia, autostima e alla fiducia in noi stessi. Le life skills, quindi, giocano un ruolo importante nella promozione del benessere mentale”.
La scuola, come indicato dall’OMS, è l’ambiente ideale in cui si possono “allenare” queste competenze per promuovere autostima, fiducia, empowerment.
Come è noto l’orientamento attuale, a livello internazionale, è che l’educazione e la ricerca educativa pongano maggiore l’attenzione al tipo di competenze che migliorano il coinvolgimento nell’apprendimento nel lungo periodo, se sono interessate all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita; analogamente potremmo sostenere che le life skills siano centrali rispetto a questa dinamica: difficilmente, infatti, sarò in grado di presidiare il mio apprendimento longlife se non sono in grado di rispondere in modo soddisfacente alle richieste della vita quotidiana.

 

La lettura come palestra di life skills

La lettura è un mediatore di estremo interesse per stimolare l’interesse dei bambini alle life skills. Immergendosi nelle storie, i bambini sviluppano la capacità di immedesimarsi in più situazioni e più personaggi: sperimentano così punti di vista e strategie di azione e relazionali diverse per situazioni simili, si incontrano con esperienze vicine, con i prossimi compiti evolutivi che affronteranno e con esperienze lontane dalla propria vita quotidiana. Sperimentano in modo mediato l’espressione di emozioni e le strategie funzionali e disfunzionali di reazione, fanno conoscenza con una pluralità di situazioni sociali. La lettura consente di vedere personaggi diversi che compiono scelte diverse, che valutano le situazioni, che prendono decisioni, affrontano e risolvono (o meno) problemi, in- trecciano relazioni efficaci o meno. La lettura, insomma, può essere a ragione considerata una vera e propria palestra delle life skills (Batini, 2018). Indubbiamente le attività in cui i bambini sono implicati direttamente (didattiche attive) e compiono delle scelte, devono lavorare insieme, devono produrre qualcosa, le attività in cui possono confrontarsi con modalità definite e regolate, la lettura ad alta voce, le attività identitarie, di confronto e riflessione mediate dalla lettura e proposte, a scuola, con disposizione alla valorizzazione di ciascuno, costituiscono il miglior viatico allo sviluppo delle life skills.

 

Per saperne di più

 

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