<h2>La lezione-passeggiata, un &ldquo;angolo luminoso&rdquo;</h2>

&ldquo;Se potessi, con un&rsquo;attrezzatura tipografica adatta alla mia classe, tradurre il testo vivente, espressione della &ldquo;passeggiata&rdquo;, in una pagina scolastica che sostituisse quelle del libro...&rdquo;

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&ldquo;Anche noi possiamo cercare di modernizzare gli strumenti della scuola, migliorandone le tecniche per mutare progressivamente i rapporti fra la Scuola e la Vita, fra i ragazzi e i maestri, in modo da adottare o riadattare la scuola all&#39;ambiente, per un migliore risultato dei nostri sforzi comuni&rdquo;.
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<h2>La circolarit&agrave; delle tecniche</h2>

Questo spirito pu&ograve; rianimare la scuola di oggi, non sprechiamo questa possibilit&agrave;.

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&ldquo;Mai si era visto un testo libero n&eacute; nessuno lo credeva possibile. Quindi dovemmo dimostrare e provare, a forza di temerarie esperienze, che l&rsquo;impossibile poteva divenire una stupefacente realt&agrave;&rdquo;.
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&ldquo;Tutta la nostra pedagogia &egrave; a base di strumenti e di tecniche. Sono questi strumenti queste tecniche a modificare l&#39;atmosfera della vostra classe, e perci&ograve; anche il vostro comportamento, rendendo possibile quello spirito di liberazione e di formazione che ispira le nostre innovazioni&rdquo;.
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Le citazioni in questo articolo sono tratte da Freinet, C. (1967).&nbsp;Le mie tecniche. La Nuova Italia.

<h2>Il testo libero, un &ldquo;testo vivente&rdquo;</h2>

Ma veniamo alle tecniche. Punto di partenza di Freinet fu la lezione-passeggiata; egli stesso la defin&igrave; &laquo;un angolo luminoso, scavato provvisoriamente nel muro della scolastica&raquo; (p. 15), perch&eacute; era ed &egrave; ancora il modo pi&ugrave; semplice per rompere quella sequela di azioni che prende avvio dal libro di testo, con la sua proposta di contenuti e modalit&agrave; per svolgere la lezione, a cui seguono i commenti degli insegnanti, per riprendere i passaggi fondamentali letti, gli esercizi per consolidare la memorizzazione dei contenuti da cui si &egrave; partiti e, per finire, l&rsquo;interrogazione o la verifica.

A questa catena svilente basta lo spazio di un&rsquo;aula perch&eacute; tutto sta nel testo e nella testa dell&rsquo;insegnante. La lezione-passeggiata, invece, mette al centro dell&rsquo;azione didattica l&rsquo;esperienza diretta degli studenti e la loro riflessione sui dati che l&rsquo;osservazione della realt&agrave; ha permesso. Uscire dall&rsquo;aula &egrave; il primo e semplice passo da compiere per dare ossigeno all&rsquo;apprendimento.

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Se poi questo giornale di classe oltre ad essere dato a tutti gli studenti della classe, potesse uscire dalle mura scolastiche per andare lontano, la motivazione alla scrittura volerebbe alto riportando nel mondo ci&ograve; che dall&rsquo;incontro col mondo era nato. Per questo Freinet immagina la corrispondenza interscolastica, una possibilit&agrave; per finalizzare e valorizzare le esperienze e gli sforzi della classe, sempre con un forte motivazione di fondo data dalla possibilit&agrave; comunicativa. Uno scambio frequente che permetta di portare il proprio contesto dentro un altro e viceversa, sancendo, ancora una volta, l&rsquo;idea co-costruttiva del sapere perch&eacute; gli altri ci possono mostrare mondi che noi non conosciamo. In questo modo la cooperazione per l&rsquo;apprendimento trova un&rsquo;altra sua concreta materializzazione.

Introdurre in classe il &ldquo;testo vivente&rdquo; significa fare esperienza che a scuola puoi portare le parole per dire qualsiasi cosa.

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&ldquo;Per modernizzare l&rsquo;insegnamento non basta adoperarsi per far partecipare di pi&ugrave; gli allievi all&rsquo;insieme delle lezioni e degli esercizi, n&eacute; organizzare cooperative, stampare un giornale e praticare la corrispondenza interscolastica. [...] Occorre un profondo mutamento nei fondamenti pedagogici, psicologici ed umani dell&rsquo;insegnamento per arrivare a una nuova organizzazione e a un nuovo spirito della classe&rdquo;.
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<h2>... alla corrispondenza interscolastica</h2>

Freinet le definisce &ldquo;tecniche&rdquo; e non &ldquo;metodo&rdquo; sia perch&eacute; la sua proposta pedagogica non &egrave; prescrittiva n&eacute; interamente precisata, sia per sottolinearne la natura pratica, elaborata da pratici e non da teorici dell&rsquo;educazione. E il punto di forza di tali tecniche sta proprio nella loro praticabilit&agrave;: non &egrave; necessario avere una struttura o un software particolare o costoso, non serve una norma amministrativa che ne faciliti l&rsquo;avvio, serve riconoscere e adottare una cornice di senso che riconosca alla scuola la sua essenza democratica grazie alla partecipazione di tutti. In pi&ugrave; si pu&ograve; contare sulla condivisione di pratiche e idee di un nutrito gruppo di insegnanti che a livello nazionale (MCE) e internazionale (FIMEM): la cooperazione non &egrave; solo per gli studenti, sono i docenti per primi a viverla.

Poi Freinet ha un&rsquo;intuizione:

Oltre a <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/mario-lodi-la-cittadinanza-e-tre-esperienze-da-portare-classe" target="_blank">Mario Lodi</a>, un altro maestro di riferimento per chi vuole edificare una scuola migliore, attenta al gruppo, senza mai perdere di vista i percorsi individuali, e capace di muoversi in una prospettiva di emancipazione, &egrave; sicuramente C&eacute;lestin Freinet. Punto di riferimento della pedagogia attiva e cooperativa, un maestro che ha puntato sulle tecniche, lasciando cos&igrave; un&rsquo;importante eredit&agrave; per la scuola:

L&rsquo;elemento importante della proposta di Freinet &egrave; la circolarit&agrave; delle tecniche, il fatto che una si agganci all&rsquo;altra in maniera da costruire un nuovo scenario di scuola in cui tutto diventa possibile. Non sono le tecniche il fine, ma la via per un&rsquo;esperienza umanizzante, cos&igrave; possono essercene altre che contribuiscono a raggiungere quella strumentalit&agrave; di base per cui la scuola primaria lavora; quello che conta &egrave; far sorgere una vera comunit&agrave; capace di valorizzare, condividere e migliorare la vita di chi vi prende parte.

Per saperne di pi&ugrave;

Una volta rientrati a scuola &egrave; possibile esprimere ci&ograve; che si &egrave; vissuto fuori: nasce il testo libero. &Egrave; l&rsquo;idea che riconosce a ogni bambino e bambina la possibilit&agrave;-capacit&agrave; di esprimersi e che ci&ograve; che viene scritto &egrave; importante sia per il contenuto, sia per la forma. Insomma, non bisogna aspettare di essere ortograficamente competenti a scrivere per farlo, bisogna innanzitutto avere qualcosa da comunicare.

Nasce cos&igrave; l&rsquo;idea della stampa, che trova la sua compiutezza nel giornale di classe. Oggi la tipografia scolastica pu&ograve; essere realizzata senza problemi con un computer, ma il valore pedagogico resta lo stesso: la trasformazione attraverso la stampa &egrave; un&rsquo;elevazione dei testi dei bambini e delle bambine, perch&eacute; quelle pagine che verranno lette non sono solo la memoria delle esperienze della classe, ma saranno anche un nuovo punto di partenza per approfondire i contenuti veicolati dai testi o fare su di essi riflessioni linguistiche; la revisione dei testi liberi selezionati per diventare articoli del giornale &egrave; un esercizio di riflessione grammaticale e semantica sui significati che si vogliono comunicare. Insomma, nella forma e nella sostanza il giornale di classe &egrave; un lavoro di educazione alla parola, un elemento imprescindibile per la cittadinanza.

La lezione di Freinet: il testo libero, il giornale, la corrispondenza di classe...