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Educare all’affettività nel dialogo tra genitori e figli e tra scuola e famiglia

Intervista a Roberta Giommi, psicologa, sessuologa. Il suo ultimo libro è “Ragazzi e ragazze tra emozioni, sentimenti e sessualità” (Giunti EDU)

di Chiara Tacconi28 maggio 20241 minuto di lettura
Educare all’affettività nel dialogo tra genitori e figli e tra scuola e famiglia | Giunti Scuola

Roberta Giommi è psicologa, psicoterapeuta relazionale sistemica,  esperta in educazione sessuale e sessuologa clinica formata anche alla psicoanalisi junghiana e alla terapia corporea.

Si occupa da molti anni di mediazione familiare, di separazione e divorzio ed è Coordinatore genitoriale. 

Past President e componente del Direttivo della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica e  della Commissione Nazionale dell’Ordine degli psicologi per le pari opportunità, Presidente dell’Associazione Sessuologi Italiani. Tiene lezioni presso la Facoltà di Psicologia e il Dipartimento di Ginecologia dell’Università di Firenze.  

È autrice di numerose pubblicazioni dedicate all’educazione sessuale e affettiva e ai temi della coppia e della famiglia. Partecipa a Congressi nazionali e internazionali.  

 

“Ragazzi e ragazze tra emozioni, sentimenti e sessualità” è il suo ultimo libro, pubblicato con Giunti Edu: quando, come e perché genitori e insegnanti possono parlare di questi temi con i ragazzi?

“Avevo già scritto dei testi rivolti ai genitori, ma questo libro parte dal fatto che c'è un silenzio pericoloso tra gli adulti di riferimento e i ragazzi.

Da una ricerca della Federazione Italiana di sessuologia scientifica emerge che i ragazzi, ma anche i bambini, non parlano di questi temi con nessuno degli adulti autorevoli, operatori, insegnanti, genitori. Un piccolo gruppo parla solo con le madri, il resto solo con i coetanei.

Come possiamo proteggere i nostri figli e le nostre figlie? Come possiamo accompagnarli?

In questo libro c’è un mio desiderio importante, nato dal lavoro che ho fatto in tutti questi anni, di un'alleanza tra genitori, ma anche insegnanti, allenatori, perché chi sta crescendo non riceva solo rimproveri ma anche le informazioni di cui ha bisogno.

Per rompere il silenzio rischiamo di essere aggressivi, invece in realtà è il dialogo il grande strumento di cambiamento se fatto in modo intelligente.

Questo libro guida i genitori in un percorso che parte dalla sezione “Conoscere” e prosegue con “Intervenire”. Accompagnare bambini e ragazzi secondo me significa fare prevenzione, significa anche non lavorare dopo il danno, come ad esempio dopo casi di cybebullismo.

In questo libro ho raccontato molte situazioni, dall'autolesionismo alla paura di non essere belli o non essere all'altezza, e ho spiegato come i genitori possono in qualche modo diventare competenti. Perché i figli crescono e non sempre siamo in grado di accettare i loro cambiamenti o la loro rabbia: come si fa un lavoro di mediazione per raggiungere un accordo? Come risolvere conflitti in modo costruttivo?

L'affettività e le emozioni sono importantissime perché tra l'altro preparano le generazioni,

dai più piccoli a più grandi, ad avere una competenza relazionale, a superare i conflitti, a mettersi d'accordo, a parlare con intelligenza…  Credo che questo sia un compito importante degli adulti autorevoli e che vada fatto con molta attenzione ma anche con molta dedizione”.

 

Quale può essere il ruolo della scuola?

“Accogliere le domande dei ragazzi e delle ragazze, risolvere le situazioni difficili all'interno del gruppo classe… il ruolo degli insegnanti è importantissimo. Molte scuole si rivolgono a me e al mio gruppo di lavoro perché la vicinanza giornaliera crea confidenzialità con bambini e ragazzi. Ma per avere un rapporto confidenziale è necessario che si sia stabilita una relazione e gli insegnanti raccontano che hanno bisogno di essere accompagnati, soprattutto in fase di attivazione di educazione affettiva e sessuale.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che dovremmo cominciare a fare questo percorso fino dal nido e questo mi ha fatto molto felice, ho scritto i primi libri sui tre-sei anni e allora sembrava che parlare di educazione affettiva alla “scuola materna” fosse quasi un azzardo. E invece i bambini di quella età sono anche più liberi di fare le domande e di avere curiosità. I genitori, anche in questo caso, spesso non rispondono o rispondono in maniera provvisoria, “lo saprai da grande”…

Gli insegnanti ci chiedono qual è il tipo di linguaggio che deve essere usato, quali sono le informazioni più importanti nelle diverse fasce d'età. Per esempio l'educazione sensoriale sicuramente è molto importante, i bambini ci danno informazioni sulla loro possibilità di essere guidati all'educazione, al contatto e al rispetto; e proprio il rispetto oggi è una parola molto importante, insegniamo che bisogna anche chiedere il permesso. Noi facciamo una formazione con gli esperti di educazione alla sessualità e all'affettività in diverse regioni italiane, in modo che i docenti abbiano la capacità di accogliere le domande, anche quelle imbarazzanti”.

 

In che modo la scuola può creare alleanza con la famiglia su questi temi?

“Per creare un’alleanza bisogna credere che i bambini non devono essere abbandonati. Consigliamo alla scuola di aprire un dialogo con le famiglie prima di iniziare ad affrontare i temi a scuola, con riunioni o conferenze, e dire ai genitori:  “i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze ci fanno queste domande, noi intendiamo rispondere oppure lavorare insieme a degli esperti. Che ne pensate?”. Ecco, credo che gli insegnanti siano un tramite, ne ho incontrati tantissimi che mi hanno reso orgogliosa, hanno coperto degli spazi vuoti. Se pensiamo che un tempo venivano strappate le pagine dei libri di scienze sugli organi sessuali…

Dobbiamo rendere consapevoli le famiglie che il silenzio degli adulti è molto pericoloso. Spesso rifletto con i genitori con un esempio: ma se il vostro figlio o figlia chiedesse di andare in alto mare senza saper nuotare, o di guidare un motorino senza casco, cosa direste?  Allora perché non affrontare cose così importanti della vita dei figli e delle figlie come l’affettività e la sessualità? Non vi importa che ricevano una rassicurazione o una risposta?”.

 

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