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<h2>(Ri)leggere Mark Fisher</h2>

&ldquo;Realismo scolastico&rdquo; &egrave; chiaramente un omaggio a Realismo capitalista, il pamphlet di Mark Fisher che riassume la visione politica di questo intellettuale eccentrico che negli ultimi anni &egrave; diventato un riferimento nel mondo della controcultura. Ma a leggere bene i libri di Fisher, da The weird and the eerie. Lo strano e l&#39;inquietante nel mondo contemporaneo e Spettri della mia vita. Scritti su depressione, hauntologia e futuri perduti, se ne ricava un elemento in pi&ugrave;: Fisher scrive pagine piene di intelligenza sul senso dell&rsquo;educazione e su come una militanza dell&rsquo;insegnamento possa essere forse lo strumento migliore contro le ideologie dello sfruttamento.

L&rsquo;ultimo consiglio &egrave; un repechage: un piccolo libro tradotto con un brutto titolo da Rizzoli una decina di anni fa, Contro l&rsquo;ora di matematica. Il titolo originale The mathematician&rsquo;s lament &egrave; pi&ugrave; onesto nel riprodurre non solo l&rsquo;indignazione dell&rsquo;autore, Paul Lockhart, per una didattica della matematica ridotta spesso a pigro addestramento, ma indica anche lo stile poetico, letterario (ricorda Il lamento di Portnoy) di quest&rsquo;operina fondamentale non solo per gli insegnanti di matematica. La matematica &egrave; arte, si dice nelle prime pagine, ed &egrave; una suggestione che dovremmo tenere a mente ogni volta che entriamo a scuola e dobbiamo capire come appassionare gli studenti alle nostre materie.

Che la pedagogia sperimentale possa essere una pratica politica intensa, militante, &egrave; stato vero, e molto in Italia, per molto tempo. Per riscoprire la storia della scuola democratica italiana &egrave; da poco uscito in libreria un saggio che con il pretesto di ripercorrere la biografia e l&rsquo;opera di Mario Lodi e del suo Cip&igrave; riesce a rintracciare le storie collettive di migliaia di insegnanti dagli anni cinquanta del secolo scorso fino oggi. Leggere Il passero coraggioso di Vanessa Roghi ci ricorda una cosa importante che spesso tendiamo a dimenticare: non esiste una scuola senza comunit&agrave; educanti che si formano insieme. Se questo non accade, ne fanno le spese tutti, non soltanto chi sta a scuola. Questo dovremmo tenere a mente mentre mettiamo in valigia o compriamo in libreria quei testi che vogliamo ci accompagnino quest&rsquo;estate: formarci &egrave; un favore che non facciamo soltanto a noi stessi o ai nostri colleghi o ai nostri studenti, ma anche a chi non conosce il mondo della scuola. Mettere al centro del dibattito pubblico i saperi pedagogici &egrave; un servizio utile a tutti.

<h2>Come appassionare gli studenti</h2>

<h2>Cip&igrave; e le comunit&agrave; educanti</h2>

Un libro che non si pu&ograve; mancare di leggere, tra le ultime uscite di testi di pedagogia, &egrave; sicuramente Riscoprire l&rsquo;insegnamento Gert Biesta. Biesta non &egrave; cos&igrave; conosciuto al pubblico italiano, ma &egrave; bene che questo libro trovi dei lettori attenti, soprattutto nella classe docente. Dice molte cose importanti, ma soprattutto mette in discussione in modo profondo qualunque idea trasmissiva che abbiamo di insegnamento e di apprendimento.

&quot;La via adulta &egrave; caratterizzata dalla &ldquo;capacit&agrave;&rdquo; &ndash; ma forse dovremmo chiamarla volont&agrave; o proprio desiderio &ndash; di ponderare la differenza tra i propri desideri e la loro desiderabilit&agrave;.

La differenza, in altre parole, &egrave; quella tra essere oggetto dei propri desideri &ndash; o pi&ugrave; precisamente: essere assoggettato ai propri desideri &ndash; ed essere il soggetto dei propri desideri. Fintanto che l&rsquo;educatore continuer&agrave; a decidere per il bambino o lo studente quali dei loro desideri siano desiderabili, questi rimarranno oggetti delle intenzioni o delle attivit&agrave; dell&rsquo;educatore. La sfida educativa fondamentale, quindi, non consiste nello spiegare al bambino o allo studente quali dei loro desideri siano desiderabili, ma nel far diventare questo problema una domanda vivente nella loro esistenza&rdquo;.

Queste parole che possono anche sembrare banali rischiano invece di suonare eretiche per chi non problematizza il senso del lavoro educativo. Per una ragione semplice: la scuola vive oggi un momento terribile di cui non diamo conto. Vive, tra gli addetti ai lavori, un sentimento di resa o di adattamento, che potremmo definire &ldquo;realismo scolastico&rdquo;, una sensazione che le cose nei sistemi educativi non possano trasformarsi.

Consigli di lettura per insegnanti: da Mario Lodi al senso della professione