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È Carnevale! Le filastrocche di Rodari

Buon Carnevale a chi festeggia: le parole di Gianni Rodari, piene di allegria e saggia leggerezza.

di Redazione GiuntiScuola12 febbraio 20183 minuti di lettura
È Carnevale! Le filastrocche di Rodari | Giunti Scuola

Buon Carnevale con cinque filastrocche di Gianni Rodari, piene di allegria, saggia leggerezza e pensieri da condividere:

Se comandasse Arlecchino

Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.

L’invenzione di Pulcinella

Signore e signori, fatevi avanti
più gente entra, più siete in tanti!
Correte a vedere la grande attrazione,
la formidabile invenzione.
Non sono venuto su questo mercato
per vendere il fumo affumicato.
Non sono venuto a questa fiera
per vendere i buchi del gruviera.
Il mio nome è Pulcinella
ed ho inventato la moz – za – rel – la!

Da questa parte, signori e signore
son Pulcinella il grande inventore!
Per consolare i poveretti
ho inventato gli spaghetti.
Per rallegrare a tutti la vita
creai la pizza Margherita!
Olio, farina, pomodoro
nulla vale questo tesoro.
Ad ascoltarlo corre la gente,
si diverte… e non compra niente!

Il vestito di Arlecchino

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.

Pranzo e cena

Pulcinella e Arlecchino
cenavano insieme in un piattino:
e se nel piatto c’era qualcosa
chissà che cena appetitosa.

Arlecchino e Pulcinella
bevevano insieme in una scodella,
e se la scodella vuota non era
chissà che sbornia, quella sera.

Viva i coriandoli di Carnevale

Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!

Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.

Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.

Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.

Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.

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