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Le parole difficili delle discipline

Nella scuola secondaria gli alunni devono confrontarsi con il lessico specifico delle discipline. L’approccio visivo è una delle possibili strade di accesso ai contenuti.

di Maria Frigo30 gennaio 20125 minuti di lettura
Le parole difficili delle discipline | Giunti Scuola

Durante la scuola secondaria tutti gli alunni si confrontano con il lessico specifico delle discipline . Nei testi di studio e nelle spiegazioni dei docenti incontrano parole nuove, astratte, che rappresentano oggetti, fenomeni ed esprimono il modo di osservare la realtà tipico e specifico di ogni disciplina.

Trovano le parole difficili delle Scienze , come cellula, eterotrofo, metabolizzare , o della Storia come feudo, gotico, fondare …; affrontano nomi, aggettivi e verbi che condensano informazioni e costituiscono le conoscenze necessarie per procedere nello studio.

E gli alunni che provengono da altre lingue? Per loro, in alcuni casi si tratta di concetti già studiati a scuola nel Paese di origine, in molti altri di nuove conoscenze da costruire qui, nella scuola italiana, insieme e contemporaneamente ai nuovi compagni.

Entriamo anche questa volta nella prima A, la classe di Yukang, arrivato a settembre, e di Irina in Italia dall’anno scorso. Cerchiamo di capire, osservando una situazione di lavoro, come stanno agendo i docenti quando devono proporre contenuti di studio e lavorare sulle “parole difficili”.

È l’ora di Scienze. L’argomento della lezione di oggi sarà la conoscenza degli organismi viventi più semplici. Così come viene proposto nel manuale, è un argomento con molti termini nuovi e specifici come, per esempio, procariota, monere, batterio .

Nel testo troviamo anche parole come alga, fermentazione, ciglia ; sono termini già noti alla maggior parte degli alunni, ma probabilmente non conosciuti nel loro significato scientifico e quasi sicuramente sconosciuti sia a Yukang che a Irina.

Osserviamo ciò che sta facendo la docente. Come prima cosa ha scritto alla lavagna un titolo , batteri, e ha annunciato che oggi si parlerà di questi organismi viventi. Accanto al titolo ha segnato tre domande-guida : Dove vivono i batteri? Come sono fatti i batteri? Quali forme hanno i batteri?
La docente poi ha esaminato, insieme ai ragazzi, le illustrazioni del libro ; ha identificato gli organismi e ne ha descritto le parti. Man mano ha scritto alla lavagna le risposte alle domande-guida.

In questo momento sta presentando, sempre riferendosi alle immagini , le diverse forme dei batteri: bacilli, spirilli, vibrioni, cocchi . I ragazzi trascrivono gli appunti e riproducono le forme dei batteri sul loro quaderno.

In seguito la docente ha intenzione di mostrare alcuni video nei quali gli organismi in questione sono visibili al microscopio. Durante la visione si fermerà su alcuni fotogrammi e farà notare una caratteristica comune nei diversi organismi: nella cellula non è presente un nucleo; ricorderà agli alunni che gli scienziati chiamano questo tipo di organismi procarioti , cioè senza nucleo. In altre immagini metterà in evidenza specifiche parti degli organismi, come flagelli o ciglia , già nominate quando si esaminavano le illustrazioni del libro di testo.

Usciamo ora dalla classe e ragioniamo, in riferimento ai nostri due alunni, sull’efficacia della lezione appena svolta. La docente ha messo in opera un approccio visivo , cioè ha sostenuto e integrato la sua lezione con le mappe alla lavagna, le illustrazioni del libro, i disegni, i video e ha costruito, con gli alunni, un’esperienza alla quale potrà collegarsi in seguito.

Yukang e Irina hanno seguito, insieme ai compagni, la lezione. Per loro si è trattato di un’ora più comprensibile di tante altre , nelle quali invece il messaggio riguardo al contenuto di studio era stato affidato in via prevalente alla lingua. Ci vorrà ancora del tempo e del lavoro, ma le “parole difficili” della lezione di Scienze di oggi sono già meno opache ai loro occhi.

Scuola secondaria di primo gradoItaliano L2

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