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Piggybook! Mariti e figli "fannulloni"

Una lettura che diverte e fa riflettere sulle disuguali ripartizioni dei carichi familiari. Di Lorenzo Luatti.

di Lorenzo Luatti20 ottobre 20173 minuti di lettura
Piggybook! Mariti e figli "fannulloni" | Giunti Scuola

Non occorrono fini analisi sociologiche o statistiche per riconoscere come vanno certi rapporti familiari, dove la donna mamma e moglie, accanto a compagni e figli poco collaborativi, si accolla su di sé tutta la gestione della famiglia e della casa, spesso parallela ad un lavoro, da svolgere comunque fuori dalle pareti domestiche.

Le divisioni dei compiti a casa, è risaputo, sono inique, e spesso tra le mura domestiche si nascondono piccoli inferni riservati alle figure femminili. Ma la signora Maialozzi, simpatica protagonista de Il maialibro , un albo edito in Italia da Kalandraka, scritto e illustrato dal grande Anthony Browne, non ci sta a fare l’“angelo del focolare”, e a un certo punto decide di dire basta alla casalinga tirannia dei suoi due figli – maschi – e del marito.

La famiglia Maialozzi

A casa Maialozzi le cose non sembrano andare per il giusto verso: il signor Maialozzi e i suoi figli non si scompongono più di tanto se non per chiedere e la signora Maialozzi lava, stira, rifà i letti, passa l’aspirapolvere, prepara la colazione, il pranzo, la cena. Ed esce anche di casa per andare a lavorare.
La donna così perde i propri tratti e la propria personalità, va via via disfacendosi, rischia di annullarsi. Di lei non vediamo neppure il volto: lo vedremo, raggiante, soltanto alla fine, quando ritornerà a casa dopo aver lasciato in balia di se stessi il marito e i due figli.

Ed è proprio così: un giorno, uno come tanti, al rientro a casa figli e marito trovano ad attenderli solo un biglietto: “Siete dei maiali!”. E della signora neppure l’ombra. Ed ecco che per magia, o forse per profezia, i tre “maschietti” di casa si trasformano, kafkianamente, in veri e propri maiali laidi, sudici e incapaci (e con loro, ogni oggetto di casa assume la fisionomia suina). Del resto, non essendo abituati a fare nulla, non sono capaci di preparare da mangiare, pulire, riordinare, lavare e in men che non si dica si trovano a vivere in un vero porcile.
Alla fine, quando la lezione parrà davvero metabolizzata, e avranno capito che si deve cambiare registro, la signora Maialozzi farà ritorno. Stavolta però secondo le sue regole.

Una storia attuale

Un albo di cui piace il suo acume, l’ironia, l’umorismo tagliante e impietoso, la sua forza narrativa iconica e la vena surreale. Uscito nel 1986, ma pubblicato in Italia soltanto trent’anni dopo, Il maialibro (“Piggybook” il titolo originale) mantiene tutta la sua attualità: non sembra che da allora le cose siano cambiante poi molto!

Uno splendido strumento da cui partire per affrontare temi e questioni anche molto complesse e delicate quali il “ruolo” della donna nelle diverse condizioni storiche, sociali e culturali... le differenze e gli stereotipi di genere, le pari opportunità, la solidarietà intergenerazionale… il rispetto reciproco, i compiti che ognuno svolge (deve svolgere) in famiglia, per il bene di tutti, anche per una sorta di educazione pratica alla vita...
Validissimo per l’uso domestico con figli e mariti poco collaborativi.

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