Insegnare a scrivere un testo

La produzione di un testo scritto non è cosa facile, neppure per un madrelingua, per questo ha bisogno di tempo e particolare cura

di Cristina Peccianti08 maggio 20187 minuti di lettura
Insegnare a scrivere un testo | Giunti Scuola
Se l’apprendimento della lingua scritta è difficile per tutti i bambini e ragazzi, è ancora più difficile per gli alunni non italofoni, i quali devono spesso sommare le difficoltà di apprendere il codice scritto a quelle della scarsa padronanza dell’italiano, oppure, se già alfabetizzati in alfabeti non latini, fare i conti con un sistema di scrittura molto diverso.
Nella nostra scuola l’ abilità di scrittura , intesa come capacità di produrre un testo coerente e coeso, ha tuttavia una grande importanza, e molto precocemente si chiede ai bambini di cimentarsi ad esprimere pensieri e sentimenti per scritto, come se una volta imparato a trasformare i suoni in segni, fossero in grado di trasformare automaticamente comunicazioni orali in testi scritti. Ma non è così: la lingua scritta ha regole sintattiche e testuali complesse, che hanno scarsa rispondenza nel parlato, e il suo apprendimento non può che essere lento, graduale e molto guidato.

 

Insegnare a scrivere attraverso la lettura

Per introdurre gli alunni nel mondo complesso della lingua scritta è importante partire dalla lettura di un testo, magari letto da noi ai più piccoli, con un percorso ben strutturato.
La lettura del testo, che all’inizio sarà molto semplice e breve, sarà seguita da attività di comprensione e da attività che sviluppino adeguate strategie , come saper ricavare il significato delle parole dal contesto, riconoscere il valore dei segnali linguistici ecc.
Possono risultare utili anche le attività di prelettura, magari attraverso il brainstorming . Invitiamo gli alunni, ad esempio, a fare ipotesi sui contenuti in base al titolo, sollecitiamoli a esprimere il loro pensiero, senza dare giudizi in merito e limitandoci a registrare ciò che ciascuno dice. Dopo la lettura del testo, facciamo controllare le ipotesi e guidiamo una riflessione attiva sugli errori. Quello che gli alunni dicono del test, ci sarà utile, anche perché, come lettori esperti, rischiamo spesso di sottovalutare i problemi di comprensione che possono nascere dalle difficoltà linguistiche e dalla mancanza di conoscenze pregresse.
Passiamo quindi dal testo letto ad attività di scrittura, sempre molto graduali e guidate, sfruttando al meglio la correlazione positiva fra le due abilità, che non è automatica. Per questo, prima di richiedere l’elaborazione autonoma di testi scritti, proponiamo attività manipolative del testo letto, in modo da facilitare l’apprendimento di forme linguistiche trasferibili dalla competenza ricettiva a quella attiva. Le manipolazioni possono riguardare la forma (riscrivere un racconto cambiando i tempi verbali, passando dalla terza alla prima persona ecc.), oppure il contenuto (finali diversi, aggiunta di fatti o personaggi nuovi ecc.) e possono essere fatte anche partendo da testi molto brevi.

 

Insegnare a scrivere attraverso il parlato

Per tutti gli alunni, ma in particolare per gli alunni stranieri, è importante valorizzare costantemente il parlato e partire da quello per introdurre e sviluppare la scrittura.
Una buona attività in questo senso può essere quella di dare ai ragazzi, divisi in piccoli gruppi, un testo con dei buchi da completare, chiedendo poi di leggere le soluzioni e di giustificarle attenendosi al testo. Li portiamo così sul terreno della riflessione metacognitiva, li induciamo a scoprire il testo, le regole che pone e da cui non possiamo sfuggire. La riflessione e discussione sui mancati accordi o sugli errori di ortografia sposteranno il discorso su taluni aspetti produttivi della lingua, con una naturale e felice integrazione di abilità che si rinforzano a vicenda.
Ma andando poi a lavorare più direttamente sull’apprendimento della scrittura intesa come produzione di testi, possiamo sempre sfruttare la competenza già acquisita nella lingua orale, insegnando agli alunni a pensare a voce alta. Diamo loro un compito di scrittura e sollecitiamoli ad esplicitare come si muoverebbero, attraverso quali passi.
Motiviamoli a tenere sempre conto delle procedure, dando loro l’incarico di dare buoni consigli sul “come fare” per eseguire un certo compito a compagni più piccoli o meno competenti.
Per garantire la gradualità partiamo dal testo minimo che è la frase e, anche con i ragazzi più grandi, curiamo in modo attento e ricorsivo la padronanza della struttura frasale di base, che nelle produzioni degli alunni stranieri si rivela non di rado zoppicante, con errato ordine delle parole, lacune negli elementi indispensabili, mancati accordi.
Invitiamo successivamente gli alunni ad arricchire le frasi e poi a collegarle fra loro, ma evitiamo comunque di metterli troppo presto davanti alla pagina bianca e all’arduo compito di riempirla con un testo scritto.
Diamo così agli alunni il senso di testo, inteso come una qualsiasi forma di comunicazione scritta efficace rispetto allo scopo, e diamo quindi loro padronanza della struttura linguistica di base e delle regole che segnano la differenza fra un insieme di parole e un testo.
E non iniziamo mettendo gli alunni davanti alla pagina bianca e chiedendo di scrivere un testo, ma partiamo sempre e comunque dalla frase. Possiamo, ad esempio, proporre di scrivere delle frasi con due nomi e un verbo dati, oppure frasi da completare liberamente.

 

La didattica della scrittura a piccoli passi

Insegniamo dunque a scrivere procedendo per piccoli passi, ben programmati, e passando al passo successivo solo quando si è ben sicuri che il precedente è ben consolidato. Gli assi portanti di una buona didattica della scrittura, intesa come produzione, sono infatti la gradualità, la significatività e la testualità.
Ricordiamo che l’uso dei connettivi , elementi fondamentali della testualità, è una delle maggiori difficoltà della scrittura. Lavoriamoci quindi molto coinvolgendo i bambini, e soprattutto i ragazzi della secondaria, in una riflessione attiva, piuttosto che lasciarli soli a fare esercizi di completamento in cui il meccanismo finisce sempre per prevalere sull’uso consapevole e non paga quando poi si passa dall’esercizio mirato alla scrittura di un testo.

Proponiamo comunque sempre la scrittura di testi significativi, che abbiano un valore pragmatico e non siano fine a se stessi o non tengano conto delle differenze culturali ed esperienziali degli stranieri, costringendoli magari ad inventarsi, con grande fatica, esperienze che non hanno mai fatto o sentimenti che non hanno mai provato.
Rivediamo il concetto di scrittura come attività assolutamente individuale e solitaria, e anche per questo particolarmente difficile per tutti gli alunni. Per permettere anche ai più fragili, come gli stranieri, di prendere fiducia e non essere bloccati dalla pagina bianca e dalla paura di sbagliare, è certamente utile la scrittura collettiva , fatta con tutta la classe o il gruppo del laboratorio di L2, e sotto la guida dell’insegnante. E, più avanti, assegniamo composizioni da fare a coppie, composte magari da un bambino italiano e uno straniero, da cui ne uscirà rinforzata anche l’interattività e la collaborazione fra pari, così come la preziosa capacità di lavorare insieme per uno scopo comune.

Scuola primariaItaliano L2

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