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Crescere tra tante lingue

Valorizzare le competenze e i retroterra linguistico-culturali dei bambini significa attivare nuove modalità di relazione tra scuola e famiglia e costruire opportunità educative per tutti. Il progetto "Crescere tra tante lingue" realizzato in alcuni servizi 0-6 della città di Modena è un tentativo di fare un nuovo passo in questa direzione. L’esperienza raccontata da Stefania Ferrari, formatrice di M.E.MO. Modena. 

di Redazione GiuntiScuola28 maggio 20168 minuti di lettura
Crescere tra tante lingue | Giunti Scuola

Contesti educativi plurilingui

Il Nido Cittadella e la Scuola d’Infanzia Sant’Antonio di Modena, con il passaggio da strutture esclusivamente private a strutture convenzionate, hanno assistito a una rapida trasformazione da servizi quasi esclusivamente monolingui a servizi con un forte carattere multilingue e interculturale. L’utenza, divenendo sempre più rappresentativa del quartiere circostante, a oggi è caratterizzata da bambini che, per circa l’85%, hanno almeno un genitore con una lingua madre diversa dall’italiano, per un totale di 14 lingue rappresentate . Gli educatori e gli insegnanti si trovano dunque a operare in un contesto completamente nuovo, ricco di potenzialità educative, che se correttamente valorizzate possono portare a un significativo miglioramento per tutti dell’offerta formativa, ma se non sufficientemente sostenute possono generare gravi difficoltà e conflitto.
Il rinnovato contesto è diventato innanzitutto un’occasione formativa per gli operatori. Mossi infatti dal desiderio di rispondere efficacemente ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie si sono rivolti al servizio di consulenza e formazione su misura per una scuola inteculturale offerto da M.E.MO. (Multicentro Educativo “Sergio Neri” del Comune di Modena) per riflettere insieme in modo condiviso e accompagnato circa i reali bisogni del loro contesto educativo, nonché strutturare risposte concrete e possibilmente efficaci. Da questa sinergia tra formazione e insegnamento è nato un progetto di educazione plurilingue e di scoperta delle lingue “degli altri”. Il punto di partenza il bisogno di attivare un dialogo, lo stimolo l’interesse condiviso tra insegnanti e famiglie per lo sviluppo delle competenze linguistiche dei bambini, con l’obiettivo principale di avvicinare tutti i bambini alla ricchezza e alla varietà linguistica.
Il progetto di formazione e azione, di durata biennale, ha coinvolto gli operatori in un duplice percorso, il primo di formazione sui temi del bilinguismo, del multilinguismo e della valorizzazione dei patrimoni familiari e il secondo di sperimentazione educativa da realizzare nelle proprie sezioni.

Per i bambini

È ormai riconosciuto come i bambini bilingui tendano ad essere cognitivamente più flessibili, più innovativi e più inclini al pensiero creativo e divergente dei coetanei monolingui, oltre che ad avere abilità metalinguistiche superiori. Negli ambienti linguisticamente ricchi poi, tutti i bambini possono esplorare altre lingue oltre la propria, e questo favorisce uno sviluppo della consapevolezza metalinguistica per tutti . Soprattutto per i più piccoli è importante sapere e dunque entrare in contatto con il fatto che ci sono diverse modalità di comunicazione, in forma orale e in forma scritta, diversi suoni, diverse lingue e diverse parole per descrivere una stessa realtà. Questo d’altronde non è che uno dei primi tasselli per lo sviluppo di quelle abilità metacognitive complesse alla base del fare scolastico.
L’azione didattica rivolta ai bambini prevede l’introduzione di un laboratorio linguistico permanente a integrazione dei singoli progetti educativi di tutte le sezioni del nido e dell’infanzia. Per ogni mese scolastico il laboratorio è dedicato all’apprendimento di una lingua diversa, tra quelle presenti a scuola. In momenti specifici, a scadenza bisettimanale, i genitori e i mediatori, appositamente formati dalle insegnanti, entrano in sezione nel ruolo di educatori per un giorno e di insegnanti della propria lingua: propongono ai bambini brevi lezioni di lingua, insegnano a salutare, a presentarsi, a contare o a nominare oggetti, oltre che presentare racconti o letture, canzoni e danze, attività di manipolazione, il tutto attraverso la lingua target del mese. In alcuni spazi della routine scolastica, appello, risveglio e merenda pomeridiana, gli educatori e le insegnanti rafforzano e consolidano le conoscenze e le competenze linguistiche acquisite dai bambini attraverso giochi linguistici, riascolto di musiche o letture in lingua madre.
Nella consapevolezza che qualche ora di insegnamento della lingua madre non basta per garantirne il mantenimento, l’intervento è risultato molto efficace nello sviluppo della consapevolezza della varietà linguistica per tutti i bambini, ha arricchito in modo sostanziale l’offerta formativa globale del servizio, e ha trasmesso un segnale forte e positivo rispetto all’atteggiamento della scuola sul tema del plurilinguismo.

Per i genitori

Le famiglie sono gli attori chiave nello sviluppo linguistico dei bambini, perché introducono per primi i loro figli alla funzione sociale del linguaggio, attraverso le relazioni interpersonali e le esperienze del quotidiano. Gli educatori e gli insegnanti dei servizi dell’infanzia sanno bene quanto è importante il rapporto con le famiglie, quanto esse siano una risorsa essenziale. In ogni caso è un dato di fatto quanto sia più semplice instaurare un rapporto di collaborazione con le famiglie con cui si condividono la lingua, le esperienze e i valori. Le differenze linguistiche, culturali, religiose o di pratiche di cura possono rendere più delicato tale processo. Tuttavia il coinvolgimento delle famiglie rimane essenziale e rispetto a questo i servizi non possono che avviare un processo di riflessione critica sulle pratiche consolidate : riconoscimento e accettazione da parte di educatori e insegnanti del ruolo centrale della famiglia, sforzi continui per comunicare efficacemente tra casa e scuola, un desiderio di vedere insieme quali accomodamenti si possono fare da una parte e dall’altra, sono essenziali per aiutare il bambino a trovare il suo posto nella nuova realtà della scuola.
Il progetto tenta di raggiungere questi obiettivi attraverso due strategie principali: la prima, rendere i genitori davvero attori fondamentali nel passaggio casa-scuola, la seconda coinvolgerli attivamente strutturando il progetto educativo a partire anche da bisogni condivisi tra scuola e famiglia . Solo includendo con consapevolezza e partendo da necessità comuni è possibile avviare un vero dialogo attivo. Lo sguardo delle insegnanti abbandona il giudizio stereotipato e diventa un riconoscere, con apertura e ascolto, così da poter scoprire insieme alle famiglie quali sono realmente i punti di contatto e le differenze importanti, e distinguere insieme cosa può essere da ambo le parti rivisto e riadattato e cosa invece deve essere accettato e integrato.
L’esperienza realizzata ha avuto una serie di ricadute positive rispetto al livello di partecipazione dei genitori alla vita della scuola, oltre che rispetto alla qualità dell’interazione tra insegnanti e famiglie. Partendo dalla scoperta delle lingue familiari , dal trasformarle in oggetto di esperienza educativa, dove i genitori, anche in contesto scolastico, possono assumere un ruolo importante e di valore per i loro bambini, si arriva a costruire un dialogo intimo e alle insegnanti è concesso di affacciarsi nei diversi mondi familiari, scoprendone e condividendone le modalità di cura.

I materiali didattici

La documentazione relativa al progetto è stata riorganizzata in un ipertesto che in modo semplice e immediato descrive gli obiettivi generali del progetto, il percorso di formazione che ha accompagnato educatrici e insegnanti, le tappe di lavoro e i risultati raggiunti. Raccoglie inoltre alcuni materiali teorici di approfondimento ed esempi di materiali didattici rappresentativi delle attività svolte in sezione con genitori e mediatori.
Il materiale è disponibile sul sito di M.E.MO, a questo link http://memoesperienze.comune.modena.it/crescere.tra.tante.lingue/index.htm .


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