Contenuto riservato agli abbonati io+

“Mamma, raccontaci…”: genitori narratori per un giorno

Un progetto di condivisione di storie e racconti di oggi e di ieri, di qui e d’altrove. Il filo della narrazione per stare insieme. Di Elisabetta Migliori.

di Redazione GiuntiScuola01 giugno 20178 minuti di lettura
“Mamma, raccontaci…”: genitori narratori per un giorno | Giunti Scuola

La nostra piccola scuola, che fa parte dell’istituto comprensivo “Pier Cironi”, è sorta a Prato alla fine degli anni Cinquanta, insieme al grande complesso di case popolari che la circondano e accoglie presenze significative di bambini figli di immigrati stranieri e di bambini in situazione di disagio. Il motivo è da ricercare nella sua collocazione territoriale. La scuola rappresenta infatti da sempre un servizio agli abitanti dell’edilizia popolare adiacente e la presenza di altre due scuole d’infanzia private nelle vicinanze produce una sorta di “selezione” dell’utenza. Attualmente, la percentuale di bambini che hanno almeno un genitore straniero è del 44,3% : si tratta di 31 bambini su 70. Un altro dato interessante è la grande varietà dei Paesi di provenienza : vi è la presenza di genitori e bambini appartenenti a ben quindici nazionalità diverse (con una lieve prevalenza di albanesi e romeni). I bambini sono nati quasi tutti in Italia e fanno parte di quella generazione di mezzo che è destinata a “far da ponte” ai loro genitori.
L’inserimento a scuola rappresenta il primo contatto quotidiano “esterno” alla famiglia, soprattutto per quelle mamme che non lavorano e non parlano ancora l’italiano. Tocca quindi alla scuola d’infanzia inventarsi nuove forme di inclusione per grandi e piccoli, che prevedano la conoscenza e lo scambio reciproco. Per farlo, abbiamo sentito la necessità di dare maggiore forza al “patto educativo” tra scuola e famiglia, che non sia mortificato da forme di delega e di distanza, da aspettative a volte riduttive, altre volte troppo “scolastiche”.
Abbiamo quindi pensato di coinvolgere i genitori nelle nostre attività, prevedendo uno spazio e un tempo per conoscerci e per partecipare attorno al tema della narrazione: è nato così il progetto “Mamma (e papà) raccontaci” . Lo scopo è quello di favorire l’interazione scuola-famiglia , creare momenti di incontro e di coinvolgimento emotivo attraverso il racconto reciproco di storie “di quando eravamo piccoli”. Il giovedì pomeriggio, con cadenza bisettimanale, i genitori che si rendono disponibili vengono invitati (uno alla volta) a scuola per raccontare ai bambini una storia della propria infanzia.

Una storia tira l’altra

La narrazione di sé e della propria infanzia è stato l’invito d’avvio, ma l’approccio è stato aperto e graduale. Siamo consapevoli che a condizionare la disponibilità dei genitori concorrono tanti fattori: la timidezza, il timore di risultare inadeguati e di essere giudicati per un accento non perfetto, per un italiano ancora incerto. Ed è per questo che, nell’invitare i genitori durante i contatti quotidiani sulla porta dell’aula, abbiamo ripetuto che in realtà tutte le storie sarebbero state bene accolte. Abbiamo raccolto una grande varietà di proposte : storie lette da un libro, storie antiche e nuove, storie recitate, cantate e suonate, storie raccontate anche visivamente con pannelli illustrati come i cantastorie, storie in inglese e con avvii in cinese.
Dopo un periodo di incubazione e molte titubanze da parte di tutti, una mamma giapponese ha finalmente rotto il ghiaccio e si è proposta con la storia illustrata “Il mare blu e i bambini” , ottenendo un livello di coinvolgimento e di partecipazione altissimo. Il suo intervento è stato prezioso, grazie alla cura con cui era stato preparato e ai dettagli che hanno dato la traccia per gli interventi successivi.

"Cosa ci racconti?"

Dopo il primo incontri, i bambini hanno raccontato a casa quanto era avvenuto a scuola, sollecitando i genitori: - Sai, non è vero che le mamme non possono stare a scuola con noi. È venuta la mamma di Monica e ci ha raccontato una storia, ci ha fatto vedere il libro e le scatoline, ci ha insegnato a fare i fiori in origami… E tu, quando vieni? Cosa ci racconti?
Ogni incontro si è trasformato in una piccola festa, dove ognuno cercava di dare il meglio di sé: gli adulti impegnandosi a creare situazioni sempre diverse per coinvolgere i bambini, mentre i bambini che facevano a gara per avere parola e attenzione.
Pian piano, altri genitori si sono fatti coraggio: una mamma ci ha portato una storia della tradizione toscana , già nota ai bambini, ma non per questo meno gradita. Per raccontarla, ha preparato speciali illustrazioni: mai viste prima, perché “Petuzzo” è una storia tramandata solo oralmente. Abbiamo ascoltato una storia di nostra vecchia conoscenza: il “Piccolo bruco mai sazio” di Eric Carle : ma questa volta era nella versione inglese!
Altre mamme, altre storie: “Piccoli fantasmi”, che racconta delle bugie che scappano dalla bocca per difendersi dalle proprie marachelle; il racconto in musica della “la storia di Gallo Cristallo”; una versione animata de “I tre porcellini”. Abbiamo aspettato con grande curiosità il racconto della mamma di Louissa e Laissa, che ci ha regalato una storia del suo paese, le Filippine. Nella sezione dei cinque anni, altri genitori hanno proposto storie più complesse e grandi classici, nella consapevolezza di avere un pubblico più grande ed “esigente”.
In tutte le sezioni i racconti, oltre che dai giochi o dalle animazioni proposte, sono stati accompagnati, immediatamente o in un tempo successivo, da lavori dei bambini che hanno documentato con varie tecniche il momento vissuto insieme creando pannelli a collage, pittura con il caffè, con materiale di recupero, con i ritagli, con i disegni.

Grazie alle storie, si creano nuovi legami

Nel breve arco di tre mesi, hanno aderito tredici genitori alla nostra proposta, altri avevano dato la disponibilità ma per motivi vari non hanno ancora potuto incontrare i bambini. Considerate le dimensioni della nostra scuola e il carattere pioneristico dell’iniziativa, con questi numeri riteniamo di aver ottenuto un grande successo. Strada facendo invece questi appuntamenti sono letteralmente “fioriti” : si sono rivelati un’occasione straordinaria e molto gratificante per tutti coloro che vi hanno partecipato. Il caso ha voluto che venissero offerte una grande varietà di proposte, tutte molto diverse nella presentazione, nelle storie narrate e nelle attività. Questo particolare ha permesso di vivere i nostri incontri con i genitori come esperienze sempre interessanti e arricchenti per tutti.
Dopo qualche titubanza, i genitori si sono messi in gioco preparando gli interventi in autonomia, a casa con l’aiuto dei loro bambini, ma si sono affidati alle insegnanti per la conduzione del gruppo a scuola, in uno spirito di piena e mutua collaborazione. Le mamme straniere ci hanno chiesto un aiuto preventivo per una supervisione dell’italiano. Il tutto si è svolto mediante semplici accordi (e continue rassicurazioni…) sulla porta, al mattino, in un clima spontaneo e partecipe. La risposta dei bambini è stata a dir poco entusiasta.
Il rimescolamento di ruoli che si è prodotto in queste occasioni ha consentito di sperimentare nuove modalità di stare insieme: per un momento la mamma diventa maestra e la maestra ascolta con i bambini e si fa da parte. Questa specie di “piccolo carnevale” codificato, dove tutti cambiano ruolo in un luogo e un tempo preciso, ha prodotto per paradosso maggiore conferma e rispetto dei reciproci ruoli. Sono nati nuovi legami tra grandi e piccoli, manifestati dai saluti in corridoio, riconoscimenti e confidenze estemporanee nell’ingresso a scuola, nuove relazioni che continuano anche all’esterno negli incontri informali ai giardini, per strada.
Abbiamo raccontato all’inizio della grande diversità presente nella nostra piccola scuola, ma c’è qualcosa che ci accomuna tutti ed è l a volontà di contribuire a rendere la scuola un luogo speciale, accogliente e felice , per i nostri bambini.