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Ho un sogno nel cassetto

La nostra scuola è abitata da alunni e famiglie di 27 nazionalità diverse. Vivere ogni giorno il parco permette di conoscersi come genitori, persone, lavoratori, sportivi e... sognatori. A cura del comitato genitori "Casa del Sole".

di Redazione GiuntiScuola28 febbraio 20174 minuti di lettura
Ho un sogno nel cassetto | Giunti Scuola

Abbiamo fatto due chiacchiere con alcuni genitori della nostra comunità per scoprire il loro vissuto e la loro idea di scuola. Ecco cosa ci hanno raccontato.

L'accoglienza

Qiudi, papà cinese di due figli maschi e con il terzo in arrivo, commerciante della zona, si è sentito ben accolto fin dal primo giorno. Gran chiacchierone, nonostante le difficoltà linguistiche, ha stretto da subito molte amicizie e un buon rapporto con le educatrici.
Lo stesso è successo a Faiza, insegnante, mamma egiziana con figli grandi scolarizzati in Egitto e due più piccoli cresciuti nella nostra scuola. Si è sentita da subito accolta, rispettata, stimata.
Anche per Josè, ecuadoriano, padre di un bambino, l'impatto è stato molto buono: ha trovato un ambiente positivo e con il suo carattere gentile e sorridente non ha avuto difficoltà nel legare subito con genitori ed insegnanti.

Le difficoltà

Qiudi e Faiza hanno in comune la loro voglia di comunicare e di aiutare i connazionali che hanno qualche difficoltà con l'italiano o a capire dove e come rivolgersi. In maniera naturale sono diventati dei punti di riferimento per gli altri genitori della loro comunità. Lo stesso si può dire anche per Josè, ma il suo è un approccio diverso: vive molto intensamente il legame con la sua comunità di origine, cercando occasioni per farla conoscere meglio e “aprire” verso l'esterno.

Esperienze di comunità

Il luogo comune della comunità cinese molto chiusa o delle mamme “arabe” e dei papà sudamericani che stanno per conto loro non è sempre così calzante o da generalizzare. Spesso i genitori cinesi sono abituati ad altri contesti scolastici e di vita in Cina, e siccome possono essere fraintesi anche per difficoltà linguistiche, preferiscono stare un po' in disparte. Le mamme egiziane stanno spesso tra loro perché condividono l'idea di educazione dei figli e, non lavorando fuori casa, hanno poche occasioni per imparare la lingua italiana. Le famiglie sudamericane cementano il rapporto fra di loro come forma di solidarietà: non hanno la percezione di trovarsi in un Paese ostile ma, soprattutto quando sono arrivate da poco in Italia, fanno fatica a trovare un lavoro. E allora cercano aiuto e sostegno tra i loro connazionali più esperti e inseriti.

Il salto in avanti

Persone come Faiza e Qiudi si trasformano in interpreti, mediatori culturali, tuttofare : accompagnano gli altri in segreteria, alle riunioni di classe, a fare l'ISEE per scuola natura, mandano nelle chat di whattsapp di classe la traduzione dei messaggi inviati dai rappresentanti. Non solo: sono stati capaci di mettersi in gioco, creando dal nulla scuole di lingua e cultura cinese ed egiziana negli spazi della scuola. Non è stato facile, ma ci sono riusciti con l'aiuto di molti genitori italiani ed insegnanti e di un Consiglio di Istituto disponibile.
Josè ha avuto l'idea di creare un evento aggregativo attorno a una passione che ci accomuna tutti: quella del calcio. Assieme a un papà italiano ha organizzato un incontro tra le “nazionali” di Italia ed Ecuador . L'iniziativa ha avuto un successo incredibile: per due volte, in notturna, si sono sfidate le squadre (sia maschili sia femminili), con coniugi e figli a tifare a bordo campo. E poi, finito l'incontro, tutti insieme a mangiare in una pizzeria o in un ristorante sudamericano!

Il sogno nel cassetto

E a proposito di eventi ludici, Qiudi ha ancora una sogno nel cassetto: proporre una festa per il Capodanno cinese con sfilata nel parco della scuola. Anche se, pensandoci bene, la festività cade agli inizi di febbraio: non il periodo migliore per stare all'aperto a Milano. Meglio allora pensare alla f esta della Barche Drago , che si tiene il 5 maggio e in cui si mangia del cibo tradizionale buonissimo, con riso ripieno avvolto in foglie. Questa festa sarebbe perfetta anche perché coinvolgerebbe tutti, cinesi e non, e potremmo unirla alla festa di Primavera che si svolge già da qualche anno nella nostra scuola.

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