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Vogliamo un mondo in pace

Le guerre e il terrorismo possono essere spiegati ai bambini? Secondo me sì e ho scelto di farlo attraverso poesie e racconti.

di Angela Maltoni01 aprile 20167 minuti di lettura
Vogliamo un mondo in pace | Giunti Scuola

Pace libera tutti

In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui il terrorismo e le guerre riempiono sempre più le prime pagine dei quotidiani e le edizioni speciali dei telegiornali mostrano immagini raccapriccianti di morte e distruzione , la scuola non può fare a meno di affrontare questi temi anche con i bambini delle prime classi. Spesso viene proprio da loro l’esigenza - anche in periodi più tranquilli - di conoscere, di essere rassicurati, di capire le radici di questo fenomeno. La guerra, per i più piccoli, è il litigio con i compagni, i bisticci tra mamma e papà, le beffe fatte dall’amico del cuore ai giardini.

Per introdurre l’argomento abbiamo partecipato a un laboratorio organizzato dalla biblioteca di quartiere dal titolo Facciamo la pace , una giornata dedicata alla lettura di storie come La guerra delle campane di Gianni Rodari, I due mostri e I conquistatori di David Mckee. In aggiunta ho proposto anche alcune brevi letture tratte dal libro edito dall’Unicef Pace e libera tutti ; in particolare ai bambini è piaciuta Amici , di Emanuela Bussolati, perché aiuta a comprendere cos’è l’ amicizia tra persone culturalmente molto diverse. Anche la Filastrocca della piccola pace di Bruno Tognolini - tratta dallo stesso libro - ha suscitato molto interesse e i bambini l’hanno voluta imparare a memoria.

Per regalo vorrei un bazooka!

Lo scorso anno, dopo l’attentato a Charlie Hebdo, ero piuttosto perplessa e non del tutto convinta dell’opportunità di affrontare l’argomento in seconda e nel contesto della mia classe. A frenarmi era soprattutto la presenza tra i miei alunni di bambini provenienti da aree geografiche “sensibili”, che hanno “visto” azioni militari e “vissuto” persecuzioni per via della religione o del diverso orientamento politico dei genitori. L’input , invece, è venuto proprio dai bambini. La molla è scattata una mattina, pochi giorni dopo i tragici fatti, quando un bambino durante la consueta conversazione nell’angolo morbido ha espresso il desiderio di avere in regalo un bazooka come quello dei terroristi di Parigi. A quel punto ho capito che era necessario affrontare subito l’argomento cercando di farli riflettere sul significato della parola “pace” da contrapporre a “guerra”.

La prima attività è stato un brainstorming seguito alla lettura di alcune poesie tratte dal libro Facciamo la pace , in cui sono raccolte frasi di famosi personaggi: papa Giovanni Paolo II, Martin Luther King, Mahatma Gandhi, Francesco d'Assisi, Gino Strada e tanti altri. In un secondo momento sono state scelte parole di pace e parole di guerra , scritte su cartoncini di colori diversi per evidenziarne anche visivamente il senso positivo o negativo. Il lavoro, svolto in piccolo gruppo, ha poi dato vita a un cartellone completato dalle due parole chiave scritte nelle tante lingue della classe.

Per questa attività, che è andata avanti per qualche tempo, sono stati preziosi i suggerimenti dell’articolo di Graziella Favaro Pace è non avere paura , compresa la bellissima poesia di Bertolt Brecht I bambini giocano alla guerra . Il lavoro di sensibilizzazione su queste tematiche è diventato uno dei fili conduttori di buona parte dell’anno scolastico, affrontato anche col supporto del mediatore di lingua araba che ci ha insegnato una canzone di saluti in cui viene ripetuta più volte la frase السلام عليكم ( Salām aleikum ) che significa “ la pace sia su di voi ”.

La “Carovana dei Pacifici”, messaggeri di pace

Un’altra interessante attività è stata la creazione della Carovana dei Pacifici , iniziativa lanciata da Roberto Papetti il 1° marzo dello scorso anno alla “Casa delle Arti e del Gioco” di Drizzona nella giornata in ricordo di Mario Lodi e portata avanti da Luciana Bertinato anche su " La Vita Scolastica ". I “Pacifici” hanno coinvolto moltissimo i bambini non solo nella costruzione delle loro personali sagome ma anche per il senso che hanno dato a quest’attività con una poesia e tante frasi significative. I “Pacifici” a ottobre 2015 sono poi partiti alla volta di Bastia Umbra per unirsi a quelli creati da moltissime scuole italiane per il Convegno Nazionale della Rete di Cooperazione Educativa C’è speranza se accade@.

Pace VS guerra e le parole da cancellare dal mondo

Lo scorso settembre, all’inizio della terza, La colomba della pace di Pablo Picasso, dono del Mago dell’Armadio, ha dato il benvenuto al nuovo anno scolastico ed è stata un “segno” per continuare il nostro cammino insieme nel migliore dei modi . Da allora una striscia con i colori dell’arcobaleno e la parola pace tradotta in tantissime lingue attorniata da alcuni “Pacifici” decora la porta della nostra classe.

La scia di terrore si è purtroppo materializzata nuovamente lo scorso novembre e dopo i recenti fatti di Parigi siamo tornati a dedicare tempo e riflessioni al terrorismo e alle sue diverse forme. Durante una delle tante conversazioni sull’argomento, un mio alunno di origine marocchina era particolarmente colpito dall’amarezza dei suoi genitori di fronte ai titoli di un noto quotidiano italiano. Altri temevano per quelli che sono stati definiti in televisione “obiettivi sensibili”, perché in quei luoghi vivono famigliari e amici. Ne abbiamo parlato tutti insieme, in cerchio, e i bambini con grande naturalezza hanno capito che odio e violenza sono strettamente legati e non servono per risolvere situazioni di conflitto . Grazie alle idee fornite dall’amico Mago – che come sempre supporta i bambini nell’affrontare argomenti particolarmente difficili – abbiamo anche letto alcune poesie molto stimolanti .

La prima è stata Ho dipinto la pace di Tali Sarek, scritta da una ragazza israeliana di 13 anni; la seconda Aprimi fratello ”, scritta dal poeta camerunense René Philombé, e la terza Promemoria di Gianni Rodari. Abbiamo poi deciso di costruire una spirale in cui inserire parole “da cancellare dal mondo” ed è stato significativo osservare come i bambini abbiano posto al centro del disegno guerra, povertà, terroristi, armi, schiavitù, cattiveria, soldati, paura… Un altro modo per continuare l’argomento è stato parlare di uguaglianza e in questo caso si è partiti dalla lettura del libro “Uno e sette” di Gianni Rodari per poi creare in piccolo gruppo alcune poesie .

Un saggio per mediare

In questi ultimi giorni, dopo i nuovi tragici eventi di Bruxelles, e in Iraq e altrove, ci siamo fermati a riflettere sul fatto che talvolta per risolvere i conflitti si devrebbe cercare l’aiuto di un “saggio” in grado di mediare; in questo ci ha aiutato l’interessante lettura in lingua inglese Six Crows di Leo Lionni. Anche la poesia Un ponte tra i cuori di Emilio Alboret - che apre il libro Orzowei di Alberto Manzi - ha aiutato i bambini a elaborare alcuni pensieri e a realizzare disegni in cui il ponte unisce due sponde opposte e media tra due punti di vista diversi. Riporto un pensiero condiviso e scelto da tutta la classe: “Due persone molto importanti come il Papa e Obama, che ha vinto il Nobel per la Pace, potrebbero unirsi e trovare una soluzione per evitare che questi atti terroristici continuino e si facciano altre guerre”.
Se i grandi della Terra potessero ascoltare i bambini…

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