Natale: tanti modi per prepararsi

A Natale, nelle nostre classi eterogenee si può trovare il modo perché nessuno si senta escluso

di Angela Maltoni14 dicembre 20235 minuti di lettura
Natale: tanti modi per prepararsi | Giunti Scuola
Un calendario per creare l’attesa 

Il periodo natalizio – a prescindere dalla provenienza geografica e dalla religione – suscita in tutti i bambini emozione, felicità ma soprattutto attesa. In una “classe mondo” come la mia è un argomento da affrontare con delicatezza, cercando di rispettare le tradizioni di tutti. Come accade per altre ricorrenze, fin da piccoli propongo un rito che aiuti a scandire il trascorrere dei giorni e allo stesso tempo prepari all’imminenza della festa. In prima, tra l’altro, questa attività risulta davvero utile perché non tutti i bambini padroneggiano ancora sufficientemente il concetto della successione temporale degli eventi. Ogni anno utilizzo una sorta di calendario dell’avvento che, slegato da qualsiasi significato religioso, riesce comunque a creare l’attesa di questo giorno “speciale”.
Lo scorso anno una mia bambina ne ha costruito uno a casa davvero particolare: un’enorme “sezione” di albero con tante mollettine attaccate, e su ognuna un bigliettino con la scritta “buone feste” in diverse lingue. In quarta, ho pensato invece di chiedere ai bambini di “donare” alla classe – al termine di ogni giornata scolastica – un breve messaggio, o anche solo una parola, di pace e fratellanza. Il tutto viene poi scritto su una pallina di carta colorata che va a decorare un albero di cartone sistemato sulla porta dell’aula. Il lavoro sarà completato solo l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie e diventerà un simbolo di condivisione. L’albero, che nelle mie classi non manca mai, è progettato e realizzato dai bambini con materiali riciclati: nel tempo ne abbiamo avuti fatti con i rotoli di carta igienica tagliati a rondelle e dipinti di vari colori, di carta di giornale appallottolata, di fondi di bottiglia in plastica.

 

Un Natale di libri

Per le nostre letture quotidiane in questo periodo propongo libri che solitamente appassionano molto i bambini. Non solo in italiano ma – con la collaborazioni degli insegnanti specialisti in lingua e dei mediatori – anche in spagnolo, inglese o francese. In terza, tra gli altri abbiamo letto “Canto di Natale” di Charles Dickens in una versione facilitata e adatta ai bambini, a cui ho fatto seguire la visione del film d’animazione della Walt Disney in lingua spagnola.
Un appuntamento irrinunciabile è anche il “Laboratorio di animazione alla lettura”: la nostra amica bibliotecaria, in questi anni ci ha proposto letture davvero interessanti, tutte molto gradite. Nella classifica delle più gettonate compaiono “Shhhhh!!!” di Sykes Julie e Warnes Tim e “Il piccolo Babbo Natale” di Anu Stohner e Henrike Wilson.
In terza le attività sono state condivise con la classe parallela e sviluppate su vari fronti. Dopo le letture ognuno ha creato con la tecnica dell’origami un piccolo alberello colorato che è servito poi per comporne uno più grande che è stato chiamato “l’albero dell’amicizia”.

 

Desideri e letterine

In questo periodo dell’anno, dopo aver letto tutti assieme alcune filastrocche d’autore, si passa normalmente a scrivere brevi poesie su quelli che sono i simboli, quali l’albero o babbo natale. In seconda la filastrocca “Il Mago di Natale” di Gianni Rodari è stata lo stimolo per crearne una simile ambientata nel quartiere dove vivono i bambini e lo spunto per un bel cartellone colmo di desideri.

Naturalmente non può mancare la letterina, ma la nostra è speciale! Solitamente, prima di partire con la stesura del testo, invito i bambini a riflettere su cosa significhi ricevere un dono e sul fatto che ci siano regali preziosi che non si possono comprare perché “costano” soltanto in termini di impegno personale. Toccando questo argomento mi è capitato spesso di constatare come i bambini colgano subito quello che intendo e questo fa sì che le loro richieste cambino indirizzo. Ricordo con piacere un anno in cui la maggioranza di loro ha chiesto ai propri genitori un po’ di tempo da trascorrere insieme. Nei pensieri dei bambini, in special modo quelli che vengono da paesi lontani, ricorre spesso il desiderio di momenti con la famiglia nuovamente unita, oppure poter rivedere i nonni o gli amici: in questi casi spesso mi accorgo come, per loro, il periodo prenatalizio sia venato da una sottile malinconia.

Ci sono poi le canzoni, preparate con cura per l’incontro con i genitori che si svolge solitamente l’ultimo giorno prima della pausa di fine dicembre. Anche in questo caso le mie proposte sono orientate verso una serie di testi ripresi dal repertorio dello Zecchino d’Oro o cantate dal coro dell’Antoniano. Sono i bambini che ogni anno scelgono tra una rosa di possibili candidate. 

 

Un planisfero di auguri

Sono state molto coinvolgenti le attività svolte a classi parallele unite, con lavori in piccolo gruppo per stimolare i bambini a ricordare tradizioni, usi e alimenti tipici dei loro paesi d’origine. E nel condividere le diverse testimonianze ha destato particolare interesse scoprire che, ad esempio, in Centro America e in Ecuador il Natale si festeggia alla spiaggia. Che stranezza… Il passo successivo è stato cercare in rete informazioni su tutti i paesi dei bambini delle due classi, poi rielaborate e raccolte in un fascicoletto individuale. Sono stati anche predisposti una serie di cartellini con la scritta “buone feste” nelle varie lingue e successivamente, con una sorta di caccia al tesoro, ogni bambino è stato invitato, con l’aiuto dei compagni madrelingua, ad abbinare uno stato al cartellino con la lingua corrispondente. Con un certo brusìo e anche con un po’ di confusione, ma soprattutto divertendosi, il lavoro è stato portato a termine da tutti, messaggi d’auguri compresi, collocati poi su un planisfero che è andato ad abbellire il corridoio.

 

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