Contenuto riservato agli abbonati io+

Tra scuola e famiglia: comunicazioni, avvisi, compiti a casa

Dagli avvisi di routine ai compiti a casa: come coinvolgere i genitori, soprattutto le mamme, e far sì che possano esercitare positivamente il ruolo parentale.

di Redazione GiuntiScuola07 marzo 20164 minuti di lettura
Tra scuola e famiglia: comunicazioni, avvisi, compiti a casa | Giunti Scuola

Cara maestra ti scrivo...

Care maestre, grazie per quello che fate per mio figlio, lui è molto contento di venire a scuola e parla sempre di voi. Però spesso io non capisco le vostre comunicazioni sul diario e non so cosa devo fare. Potete per favore, scrivere in modo semplice? Io voglio aiutare mio figlio a casa ma non so bene l’italiano e non so cosa fare. Potete dare un consiglio?

La donna autrice di questa breve lettera frequenta un corso per mamme straniere due volte alla settimana proprio nella scuola del figlio. Un giorno in classe hanno parlato delle difficoltà che provano nei riguardi della scuola e nell’aiutare i figli. La loro insegnante allora le ha aiutate a scrivere quel che avrebbero voluto comunicare alle maestre.
Sono prevalentemente le mamme a occuparsi dei bambini inseriti nelle nostre scuole, sentendosi sovente in difficoltà proprio per le ragioni esposte nella lettera. Da un lato dunque un senso di inadeguatezza rispetto a ciò che la scuola richiede e si aspetta dalla famiglia ma dall’altro una sorta di nostra incapacità di tener conto di quelle loro difficoltà adottando misure concrete. Si rischia così di cadere in stereotipi poco produttivi: i genitori stranieri sono disinteressati alla scuola (quando magari non ne capiscono le richieste), non seguono i figli ( quando forse non sono proprio in grado di farlo), non partecipano alla vita della scuola (quando invece possono non capire il senso degli incontri o non riescono a parteciparvi per impegni di lavoro e famigliari)...

Caro genitore ti dico...

Abbiamo già ricordato in precedenti articoli l’importanza di avere colloqui diretti fra genitori e insegnanti eventualmente alla presenza di un mediatore linguistico/culturale. Ma la vita della scuola è fatta di numerose routine che i genitori immigrati devono apprendere a padroneggiare. Nel caso si trovino a inserire dei bambini per la prima volta nella scuola, spetta a noi accogliere anche loro facilitando la comprensione di quanto si richiede: dalle giustificazioni delle assenze alle autorizzazioni delle uscite, dalla sospensione delle lezioni per sciopero o assemblea sindacale alla convocazione dei colloqui per la consegna delle pagelle ecc. Spesso il passaparola fra le madri non è sufficiente e talvolta è anzi confusivo. Per gestire con chiarezza alcuni aspetti della vita scolastica molte scuole si sono attrezzate predisponendo comunicazioni e avvisi di routine bilingui .

I compiti a casa

Il grande scoglio per molti bambini neo-arrivati sono proprio i compiti a casa quando non c’è nessuno in famiglia che li possa sostenere. Sappiamo bene quali sono le possibili criticità dei compiti a casa. La prima è relativa al fatto che talvolta risultano difficili da fare: il bambino non ha capito oppure il compito richiede competenze e abilità o semplicemente tecniche ancora non del tutto acquisite. La seconda, per lo più intrecciata alla prima, è relativa allo svolgimento autonomo di un’attività che può essere molto impegnativa. In questo caso ciò di cui il bambino ha bisogno non è tanto un aiuto nel merito ma un sostegno affettivo, psicologico, motivazionale da parte dell’adulto. Già, ma c ome può darlo una mamma che non comprende il contenuto dell’attività?

Dipaniamo l’intreccio. I compiti a casa sono buona cosa se il bambino è in grado di eseguirli autonomamente. Perciò occorre che siano alla sua portata. Con i bambini neo-arrivati saranno prevalentemente esercitazioni simili a quelle svolte a scuola magari in forme diverse per non annoiare, facendo insieme qualche item iniziale in classe. Riserviamo qualche minuto al termine delle lezioni per dire qualcosa alla madre del bambino, o a chi lo viene a prendere , riguardo a quel che deve fare. Sul diario possiamo scrivere in modo chiaro le pagine del libro su cui deve lavorare: “Fare la pagina 23 per domani”, “Leggere la pagina 12 per lunedì prossimo”. Insomma diamo qualche indicazione semplice ma chiara al genitore perché possa monitorare e sollecitare il figlio nell’esecuzione del compito.

Buone pratiche

Ovviamente è ottima cosa se i bambini stranieri possono essere seguiti in doposcuola o iniziative simili come a Ravenna, con lo scopo non solo di far eseguire i compiti ma anche di inserire i bambini in ambiti socializzanti che li motivino e interessino. A Torpignattara una iniziativa di grande successo : i genitori stessi si occupano di far svolgere i compiti il venerdì pomeriggio nei locali della scuola. Aiutiamo dunque le mamme ad aiutare i loro bambini!

Dove trovi questo contenuto