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Anticipazioni sulla formazione docenti

È uscita una nota del MIUR a proposito della formazione obbligatoria dei docenti. La nota fornisce alcune anticipazioni sul Piano Nazionale per la formazione che uscirà con tutta probabilità il 3 ottobre. Quante le ore di formazione? Chi può farla? Quale il ruolo delle reti di scuole?

di Redazione GiuntiScuola22 settembre 20165 minuti di lettura
Anticipazioni sulla formazione docenti | Giunti Scuola

Aspettando il 3 ottobre

Ricordavo qualche giorno fa come le istituzioni scolastiche avrebbero potuto trovare difficoltà , in assenza dell’approvazione del Piano nazionale per la formazione previsto dal comma 124 della legge 107 , nella definizione, in un regime ormai di l’obbligo, delle attività di formazione permanenti e strutturali. Mi auguravo, quindi, che si potesse giungere rapidamente a stabilire con chiarezza le modalità e i contenuti di questa innovazione normativa. Ebbene il MIUR si è mosso in questo senso con la nota prot. 2915 del 15 settembre, con la quale, in attesa della presentazione ufficiale del Piano nazionale (che dovrebbe avvenire il prossimo 3 ottobre ) ha anticipato alcuni dei principali contenuti del documento, per consentire alle istituzioni scolastiche di avviare la pianificazione degli aspetti organizzativi e di gestione delle attività di formazione.

Il quadro di riferimento

Dopo aver ricordato i principali contenuti innovativi delle disposizioni della legge 107 (obbligatorietà della formazione in servizio, definizione e finanziamento di un piano triennale per la formazione, inserimento nel PTOF della ricognizione dei bisogni formativi e delle conseguenti azioni da realizzare, l’assegnazione della carta elettronica personale – i “500 euro” – per la formazione e i consumi culturali) la nota ministeriale colloca tali innovazioni in un quadro di riferimento sistematico che comprende il Piano Triennale per l’Offerta formativa (PTOF), il Rapporto di autovalutazione (RAV) e il Piano di miglioramento dell’istituzione scolastica, che determinano la programmazione delle attività e le conseguenti azioni volte alla realizzazione degli obiettivi complessivi, che la nota ministeriale definisce come “la creazione di un sistema di sviluppo professionale continuo” e di un “ambiente di apprendimento diffuso , qualificato”.

Quante ore di formazione?

Una rilevante indicazione – che in qualche modo attenua l’impatto di alcune anticipazioni fornite dal MIUR e che avevo richiamato nel precedente intervento – riguarda la quantificazione oraria delle attività formative da svolgere nel corso di ogni anno scolastico. Il MIUR, infatti, precisa che nel prossimo triennio – che, lo ricordo, avrà natura sperimentale – le scuole articoleranno le attività proposte in “ unità formative ”, che dovranno indicare la struttura di massima di ogni percorso formativo (attività in presenza, ricerca in classe, lavoro collaborativo o in rete, studio, documentazione). In quest’ottica le scuole riconosceranno come “unità formative” la partecipazione a iniziative promosse direttamente dalla singola scuole o da reti di scuole, dall’Amministrazione scolastica nonché quelle liberamente scelte dai docenti, che dovranno comunque essere coerenti con il Piano di formazione approvato dalla scuola. Indubbiamente la prudenza del MIUR su questo argomento tiene conto anche di un importante considerazione: l’obbligatorietà implica la quantificazione di carichi di lavoro , che può essere definita esclusivamente attraverso la contrattazione collettiva. Sarà quindi in questo ambito che potrà eventualmente trovare una più chiara strutturazione, con riferimento, certamente, alle esigenze e finalità del Piano nazionale.

Quali formatori?

I soggetti che promuovono o erogano la formazione – e tra questi, lo ricorda la nota ministeriale, avranno rilevanza le associazioni disciplinari e professionali le università e tutti quelli che a vario titolo erogano formazione – rilasceranno una specifica attestazione dell’attività svolta.

Il ruolo delle reti di scuola

La nota ministeriale dedica poi un paragrafo alle Indicazioni di natura organizzativa. In quest’ambito viene attribuito un ruolo strategico alle reti di scuola, che dovranno individuare una scuola polo, che sarà assegnataria delle risorse finanziarie provenienti dai fondi nazionali, e che avrà il compito di favorire una progettazione didattica delle scuole in rete anche su azioni traversali di formazione per più gradi scolatici; di dare la propria disponibilità a raccordarsi con l’ufficio scolastico regionale , al fine di armonizzare le azioni formative, in coerenza con gli obiettivi indicati dal prossimo Piano nazionale per la formazione; di ricercare e sviluppare accordi con i diversi enti e soggetti del territorio, per garantire un costante incremento della qualità delle iniziative formative realizzate per i docenti dell’ambito territoriale.

Perché le anticipazioni?

Queste anticipazioni, che dovranno essere, ovviamente, completate dalla stesura definitiva del Piano nazionale, permetteranno ora alle istituzioni scolastiche di avviare su una base di coerenza e uniformità la progettazione delle attività formative. Se non altro bisogna riconoscere che qualcosa si sta finalmente muovendo su un aspetto della professionalità docente sempre proclamato come necessario ma quasi mai realizzato efficacemente. Vedremo se queste premesse si tradurranno in una strutturazione, come vuole la legge, permanente, che permetta ai docenti una qualificazione sempre più valida, che costituirà la base anche di un miglioramento continuo dell’offerta formativa complessiva del sistema scolastico.

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