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Fruizione e creazione di narrazioni multilineari

Presentiamo alcune riflessioni sullo sviluppo dei processi di conoscenza implicati nella fruizione e nella costruzione di narrazioni multilineari e un percorso didattico di costruzione di una storia a fumetti attuato in una classe quinta.

di Redazione GiuntiScuola07 agosto 20143 minuti di lettura
Fruizione e creazione di narrazioni multilineari | Giunti Scuola

Non sono ancora presenti nella letteratura psicopedagogica studi sufficientemente articolati sui meccanismi di sviluppo delle competenze relative alla decifrazione e alla produzione di narrazioni multilineari , che pure risultano sottostanti a molti dei processi implicati nella costruzione e nella fruizione di prodotti mediali attuali (ipertesti, network, web, videogame). È quindi opportuno presentare, seppure brevemente, una serie di riferimenti correlati.

Possiamo innanzitutto indicare le tre componenti principali delle funzioni esecutive, particolarmente coinvolte nella lettura e nella scrittura di narrazioni multilineari: la memoria, la capacità di inibizione, di monitoraggio e autocontrollo, l’abilità di problem solving.

Le caratteristiche delle funzioni esecutive, che sono accessibili alla coscienza, permettono di:

  • essere flessibili , gestendo situazioni nuove, formulando uno scopo, generando un piano, scegliendo tra alternative, confrontando, eseguendo e monitorando l’applicazione, migliorandola, oppure interrompendosi;
  • eseguire un’azione sotto il controllo volontario , quando è necessario gestire una serie di informazioni provenienti dall’ambiente esterno e dalla propria memoria. In particolare, la memoria di lavoro è particolarmente necessaria alla comprensione del testo e del problem solving (De Beni et al., 1998), dal momento che è coinvolta nei seguenti processi fondamentali per il problem solving: inibire le azioni non pertinenti, svolgere e coordinare due azioni simultaneamente (doppio compito), usare strategie, monitorare l’esecuzione di un’azione, rispondere in modo rapido, mantenere volontariamente l’attenzione.

L’abilità di compiere inferenze , in cui si parte dalla comprensione verbale (sintassi e seman­tica) per arrivare al ragionamento astratto complesso (organizzazione delle diverse cono­scenze), si può collocare nell’area più generale del problem solving.
Vari studi, citati in Albanese e Molina (2008), rilevano come l’abilità di compiere inferenze sia strettamente collegata alla capacità di comprendere le emozioni e gli stati mentali altrui.

Ancor più nello specifico, si è visto come un deficit nell’abilità di inferire gli stati mentali dei protagonisti di alcune storie sia maggiormente correlato a una minore capacità di attribuire stati mentali appropriati al contesto della storia. Un interessante filone di studi sta attualmente esplorando la presentazione di diversi punti di vista, sia durante la conversazione tra adulti e bambini, sia durante attività di lettura. Viene attribuita a questa attività un’importanza fondamentale per lo sviluppo di un’adeguata Teoria della Mente (comprensione di stati mentali e di emozioni proprie e altrui).

La presentazione di narrazioni multilineari sicuramente può potenziare il riconoscimento di azioni e pensieri afferenti a diversi personaggi e a più punti di vista. Se poi tale attività viene svolta in un contesto sociale di apprendimento, l’incremento non può che essere ancora più rilevante.

Mentre affiorano alla mente, le idee non seguono mai percorsi sequenzialmente lineari , dunque, il bisogno di sentirsi all’interno di un sistema di coerenza e di trovare un accordo cognitivo tra fatti e interpretazioni è sia un obiettivo, che uno strumento del capire, ma nella realtà nessuna interpretazione è del tutto esaustiva ed è proprio questo che stimola la ricerca. In ogni situazione nuova e carica di problematicità si presenta alla mente una varietà di alternative possibili. Il procedere per scelte, eliminando per tentativi gli errori, si manifesta a tutte le età con modalità diverse (da quella gestuale dei più piccoli, alle simbolizzazioni teoretiche degli adulti). La necessità di attivare situazioni di “conflitto cognitivo” permette sia di valorizzare la pluralità dei diversi modi di pensare, sia la conseguente scelta di quelli più efficaci.

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