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Addio a Pietro Ingrao

"Cara lettrice, caro lettore, internet non è un mezzo consueto, per chi è nato nel 1915; ma è il mezzo di comunicazione del presente, e ho pensato di usarlo". Così si presenta il sito, ricchissimo, di Pietro Ingrao, politico, giornalista e partigiano, storico dirigente del PCI. Si è spento oggi all'età di 100 anni. 

di Redazione GiuntiScuola27 settembre 20152 minuti di lettura
Addio a Pietro Ingrao | Giunti Scuola

Pietro Ingrao è morto oggi a Roma. Storico dirigente del PCI nato a Lenola (Latina) il 30 marzo del 1915, è stato a lungo direttore de "L'Unità" e presidente della Camera dal 1976 al 1979. Portiamo all'attenzione dei nostri lettori il suo sito , dove sono raccolti interviste, articoli, schede di libri, interventi video. E dove leggiamo questa presentazione:

Cara lettrice, caro lettore,
internet non è un mezzo consueto, per chi è nato nel 1915; ma è il mezzo di comunicazione del presente, e ho pensato di usarlo. Sono un figlio dell’ultimo secolo dello scorso millennio: quel Novecento che ha prodotto gli orrori della bomba atomica e dello sterminio di massa, ma anche le speranze e le lotte di liberazione di milioni di esseri umani. Scriveva Bertolt Brecht:

“Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.”

Il mondo è cambiato, ma il tempo delle rivolte non è sopito: rinasce ogni giorno sotto nuove forme. Decidi tu quanto lasciarti interrogare dalle rivolte e dalle passioni del mio tempo, quanto vorrai accantonare, quanto portare con te nel futuro. Buona esplorazione.

Sempre dal sito, riprendiamo una poesia di Ingrao, tratta dalla raccolta L'alta febbre del fare (1994).

EPPURE

Per gli incolori
che non hanno canto
neppure il grido,
per chi solo transita
senza nemmeno raccontare il suo respiro,
per i dispersi nelle tane, nei meandri
dove non c'è segno, né nido,
per gli oscurati dal sole altrui,
per la polvere
di cui non si può dire la storia,
per i non nati mai
perché non furono riconosciuti,
per le parole perdute nell'ansia
per gli inni che nessuno canta
essendo solo desiderio spento,
per le grandi solitudini che si affollano
i sentieri persi
gli occhi chiusi
i reclusi nelle carceri d'ombra
per gli innominati,
i semplici deserti:

fiume senza bandiere senza sponde
eppure eterno fiume dell'esistere.

Per saperne di più

27 Settembre 2015 La Vita Scolastica


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