Contenuto riservato agli abbonati io+

Salgari ritrovato. E a scuola? - Intervista a Pino Boero

Salgari, i libri e la scuola: un bilancio.

di Redazione GiuntiScuola21 giugno 20123 minuti di lettura
Salgari ritrovato. E a scuola? - Intervista a Pino Boero | Giunti Scuola

La vendetta di uno schiavo uscì nel 1900, con sotto la firma "E. Giordano": uno dei tanti pseudonimi utilizzati da Emilio Salgari. Abbiamo incontrato Pino Boero, docente di Letteratura per l'infanzia all'Università di Genova, per saperne di più e per tirare le fila su questo prolifico, audace e discontinuo scrittore. Con un occhio di riguardo al mondo della scuola.

La vendetta di uno schiavo è stato subito definito un romanzo minore di Salgari, piuttosto "scombinato" nella trama e nella scrittura. Cosa pensa al proposito? Quali passaggi si potrebbero leggere o far leggere a un bambino?

Mentre ritengo utilissimo il lavoro dell'editore Viglongo impegnato a recuperare testi salgariani poco noti e quindi plaudo all'iniziativa editoriale, non posso esimermi dal considerare difficile a livello di infanzia la proposta di brani tratti da La vendetta di uno schiavo ; certo, alcune descrizioni di Giava e del contesto naturale potrebbero costituire la base di un percorso su quell' altrove che i lettore del primo Novecento potevano solo immaginare attraverso le parole, ma anche da questo punto di vista i grandi romanzi di Salgari appaiono decisamente più incisivi.

Il volume ha una storia editoriale piuttosto interessante…

Il romanzo, pubblicato nel 1900 con lo pseudonimo E. Giordano, è stato oggi attribuito con certezza ad Emilio Salgari grazie all'impegno e alla cura filologica di un ricercatore come Felice Pozzo e quindi a lui si devono anche quelle coordinate di interpretazione e lettura che ci consentono di guardare al romanzo con occhi diversi.

S’è da poco chiuso il centenario della morte di Salgari: ha voglia di consegnarci un bilancio?

Il bilancio che mi sento di fare è duplice perché se da un lato il centenario della morte ha consentito di riflettere in termini critici su una produzione troppo spesso ritenuta marginale, dall'altro ha allargato la platea dei lettori offrendo anche ai più giovani l'occasione di riflettere sul valore di quell'avventura di carta che – come scrisse Magris – "ci segna per la vita".

Salgari e la scuola: ieri e oggi… le chiediamo un breve pensiero su questo argomento.

Salgari – è noto – non ebbe mai troppa fortuna fra gli educatori che lo ritenevano inadatto sia dal punto di vista formativo (troppo "movimento", troppa fantasia) che dal punto di vista stilistico (una scrittura non sempre "ortodossa"); oggi sicuramente l'atteggiamento culturale è diverso ma, forse, da parte degli stessi insegnanti si è un po' persa la passione per l'avventura di tipo salgariano e di conseguenza è venuta a mancare la spinta necessaria a leggere e raccontare le vicende del Corsaro Nero, di Sandokan e di tutti gli altri personaggi che hanno occupato gli spazi dell'immaginario di tante "vecchie" generazioni.


Scuola primaria